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Cervicalgia


Che cos’è la cervicalgia?

La colonna vertebrale è una struttura piuttosto complessa, costituita da numerose vertebre collegate fra loro in modo mobile, attraverso i dischi anteriormente e le articolazioni intervertebrali posteriormente, che vanno dalla parte bassa del cranio al bacino. Proprio per il fatto di essere una struttura anche molto mobile, la colonna vertebrale è sottoposta durante tutta la vita a continue sollecitazioni e carichi che, assai frequentemente, comportano l’insorgenza di sintomatologie dolorose acute e croniche.

A seconda della localizzazione prevalente, il dolore lungo la colonna vertebrale viene distinto in cervicalgia quando interessa il collodorsalgia se interessa il tratto toracico, e lombalgia, se è localizzato verso il segmento lombare.

Quali sono i sintomi della cervicalgia?

Nella cervicalgia qualche volta il dolore si irradia lungo gli arti, soprattutto gli inferiori, e, più raramente, “a fascia” sulla parete toracica. Spesso in questi casi la sintomatologia è causata da una compressione di una radice nervosa da parte di un frammento discale espulso, o di un disco sporgente o di una protrusione ossea artrosica.

La sede esatta del dolore è piuttosto importante, e qualche volta consente di porre una diagnosi di localizzazione.

In ogni caso, l’obiettivo principale nel diffusissimo problema dei dolori alla colonna vertebrale deve essere quello della prevenzione. La nostra colonna è una struttura assai complessa e robusta ma comunque delicata. È quindi compito di tutti noi utilizzarla in modo corretto tutti i giorni e durante tutta la giornata. Spesso il lavoro costringe a carichi, sforzi e posture scorrette, ma un’adeguata igiene del movimento e un’adeguata struttura muscolare possono senz’altro prevenire o ridurre i danni.

Come può essere individuata la cervicalgia?

Quando ci sono segni clinici di danno dei nervi, il quadro è facilmente riconoscibile anche dal medico di medicina generale. Nel caso in cui ci sia il sospetto di gravi problemi di altro tipo (fratture – nelle persone anziane, anche non necessariamente dovute a un trauma rilevante – o lesioni neoplastiche), diventa assoluta la necessità di accertamenti strumentali precoci o addirittura urgenti.

Se i trattamenti conseguenti ai primi accertamenti non hanno benefici sostanziali, in tempi che però non possono essere inferiori a qualche settimana, è giustificato l’approfondimento diagnostico con accertamenti radiologici e neuro radiologici: in linea di massima, salvo sospetto di fratture o neoplasie, le radiografie standard non sono molto utili e l’esame più indicato è la Risonanza Magnetica.

In funzione dell’esito degli esami, può essere opportuna una valutazione specialistica neurochirurgica al fine di porre ulteriori indicazioni terapeutiche.

Come si può curare la cervicalgia?

Nella grandissima maggioranza dei casi il primo approccio al problema del dolore per cervicalgia deve essere farmacologico, utilizzando farmaci antiinfiammatori e analgesici. Per brevi periodi può essere utilizzata anche terapia cortisonica, controllando gli eventuali e non infrequenti effetti collaterali, associando comunque anche farmaci per la protezione gastrica.

Se possibile, trova anche indicazione per il mal di collo l’infiltrazione di farmaci nel canale vertebrale e/o vicino al nervo dolente, e vari trattamenti “mininvasivi” praticabili però in linea di massima, a situazione migliorata o addirittura cronicizzata. Il riposo assoluto, utile all’inizio acuto della sintomatologia deve essere limitato quanto più possibile, ed è invece opportuno un precoce inizio di trattamento fisioterapico “dolce” (ad esempio massaggi), caute mobilizzazioni ed eventuali cicli di terapia fisica tipo TENS e ionoforesi.

Raramente si arriva a un’indicazione chirurgica in quanto le ernie discali del tratto cervicale hanno una spiccata tendenza alla guarigione spontanea nel giro di 4-6 settimane.

Qualora si giungesse all’indicazione chirurgica, per quanto riguarda il livello cervicale, gli interventi sono attualmente assolutamente ben codificati, eseguiti in microchirurgia, con rare complicazioni e risultati complessivamente molto buoni. In casi particolari, essenzialmente quando la causa del dolore non è un’ernia ma una protrusione discale, può essere valutata la possibilità di un trattamento intradiscale percutaneo (disco aspirazione, coblazione, iniezione di diverse sostanze nel disco).