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Tumore del fegato


Che cos’è il tumore del fegato?

Il tumore del fegato (epatocarcinoma), proliferazione non controllata delle cellulle epatiche (del fegato), colpisce la ghiandola più grande del corpo umano che svolge funzioni importanti quali la rimozione di sostanze tossiche dal corpo, la sintesi delle proteine contenute nel sangue e la produzione della bile e di enzimi importanti per la digestione.

Il tumore del fegato può essere primitivo, quando “nasce” all’interno del fegato (il più frequente è l’epatocarcinoma) o, più spesso, secondario, quando deriva da un tumore che si è sviluppato in un altro organo e si è esteso al fegato (metastasi epatica).

Più raramente questo tumore può svilupparsi nei dotti epatici, condotti che portano la bile dal fegato alla colecisti (colangiocarcinoma).

 

Quali sono le cause di un tumore del fegato?

L’epatocarcinoma è favorito in particolare dalle epatiti croniche, in specie quando queste sono associate a cirrosi.

Altre cause possono essere le situazioni ambientali con continue esposizioni a sostanze tossiche che vengono metabolizzate dal fegato.

 

Quali sono i sintomi del tumore del fegato?

I sintomi del tumore al fegato si presentano generalmente in fase avanzata e sono estremamaente aspecifici (ovvero possono essere riscontrati anche in altre condizioni, neoplastiche o no): stanchezzanauseaperdita di peso, appetito, colorazione gialla della cute, dolore al fianco destro e alla parte superiore dell’addome.

 

Come si può individuare il tumore del fegato?

tumori primitivi del fegato colpiscono in Italia 11 persone ogni 100.000 abitanti. Alcuni pazienti, come chi ha una cirrosi di lunga data causata dall’epatite B o C o da un consumo eccessivo di alcool, sono a maggior rischio di sviluppare l’epatocarcinoma. È quindi importante che svolgano controlli periodici con un epatologo (che valuterà gli esami da eseguire).

In seguito alla visita medica, nel caso in cui il medico riscontri la presenza di sintomi che possono far sospettare la presenza di un tumore al fegato, possono essere prescritti diversi esami:
• ecografia addominale
• tomografia computerizzata
• risonanza magnetica
• colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) ed ecoendoscopia
colangiografia percutanea trans epatica (PTC)
• biopsia epatica
 elastografia epatica (FibroScan).

Gli obiettivi sono due: determinare lo stadio del tumore (ovvero la sua estensione nel corpo) e le sue caratteristiche (ovvero capire se è primitivo o una metastasi, con le opportune indagini radiologiche e, eventualmente, con un piccolo prelievo).

Solo una volta determinato lo stadio e le caratteristiche del tumore sarà possibile pianificare la terapia.

È importante sapere che non tutte le indagini sono adatte in ogni caso: gli accertamenti da eseguire vanno discussi per ogni singolo paziente.

 

Come si può curare il tumore del fegato?

Il trattamento del tumore del fegato è complesso e richiede l’intervento di più specialisti. La tipologia di trattamento utilizzato dipende dalla quantità e dal volume delle masse tumorali presenti, dalla loro localizzazione, dalla presenza o meno di metastasi (quando il tumore si diffonde anche agli organi vicini).

Essenziale è anche valutare le condizioni generali e lo stato di salute del paziente, soprattutto quando si tratta di adottare un intervento di tipo chirurgico.

La classificazione dell’epatocarcinoma, determinante per individuare l’intervento da adottare, è la seguente:

  • tumore localizzato e resecabile: si può intervenire chirurgicamente asportando la parte di fegato interessata dal tumore. In casi estremi (selezionati con estrema cura) si può prevedere l’asportazione totale dell’organo, procedendo con un trapianto;
  • tumore localizzato non resecabile: la non resecabilità può dipendere dall’estensione del tumore; talora le condizioni generali del paziente (e del suo fegato) che non consentono di tollerare un intervento. In questo caso si utilizzano differenti approcci: termoablazione (cellule distrutte utlizzando il calore), iniezione percutanea di etanolo (alcol che uccide le cellule tumorali), criochirurgia (cellule distrutte utilizzando il freddo), infusione di chemioterapici nell’arteria epaticaradioembolizzazione (infusione nell’arteria epatica di sostanze radioattive che colpiscono le cellule tumorali) e trapianto. La tecnica da utilizzare andrà valutata in base alla sede e alle dimensioni del tumore
  • tumore in stato avanzato: in presenza di uno stadio avanzato, la terapia dipende dalle condizioni generali del paziente. La chemioterapia non è utilizzata frequentemente nell’epatocarcinoma. Qualora il paziente (e il fegato) siano in buone condizioni generali è possibile assumere della terapia “mirata” (sotto forma di pastiglie). Nei pazienti con una cirrosi non compensata o in condizioni generali compomesse le terapie si limitano a tenere sotto controllo i sintomi più fastidiosi per il paziente;
  • ricadute: si possono presentare entro due anni dalla scoperta del tumore primario e vengono trattate a seconda delle loro caratteristiche.

Nel caso del colangiocarcinoma o delle metastasi epatiche da altri tumori, la diagnosi e la terapia possono essere differenti e andranno stabilite in ogni singolo caso con lo specialista.