Che cos’è la celiachia?
La celiachia è la forma di intolleranza permanente al glutine che è molto diffusa, tanto da colpire almeno 1 italiano su 100. Il glutine è una sostanza proteica che si trova in molti alimenti, dal frumento ai cereali come orzo, farro, avena, segale e malto.
La celiachia è una patologia di origine genetica, cioè è presente in un soggetto fin dal momento della nascita ed è un’intolleranza che provoca la distruzione dei villi intestinali dell’intestino tenue, organi essenziali per l’assorbimento dei nutrienti.
I dati registrati negli ultimi anni relativi alla diffusione della celiachia dicono che alle donne l’intolleranza al glutine viene diagnostica in misura doppia rispetto agli uomini. I motivi di tale disparità sembrano essere due. Il primo è la maggiore predisposizione all’autoimmunità predisposta dagli ormoni femminili. Il secondo è che le donne sono più portate ad affidarsi alle prestazioni sanitarie in caso di problemi gastrointestinali, rispetto agli uomini.
La celiachia non curata per tempo può provocare danni, soprattutto tra i soggetti in giovane età. Le malattie che possono essere causate da questa intolleranza vanno dalla infertilità all’arresto della crescita, dall’ipotiroidismo al diabete, dalla dermatite ad alcune forme di tumori intestinali.
Da ricordare: la celiachia è una malattia che, come detto, riguarda solo i soggetti che ne sono geneticamente predisposti. In essi può manifestarsi fin dalla nascita, solo in età adulta o anche non insorgere per tutto l’arco della vita.
Quali sono i sintomi della celiachia?
La celiachia si presenta attraverso problemi di natura gastrointestinale, come addominalgie, diarrea, stipsi, flatulenza, dispepsia (dolore nella zona dell’epigastrio) e distensione addominale.
Come può essere individuata la celiachia?
La celiachia può essere individuata grazie a una serie di esami:
- anamnesi ed esame obiettivo del paziente: in questa fase il medico ricerca, anche con la collaborazione del paziente, i sintomi propri della celiachia. Nei bambini tali sintomi possono essere affiancati da “segnali” quali ritardo puberale, bassa statura, perdita di peso e anemia;
- biopsia duodenale: è un esame invasivo, eseguito tramite esofagogastroduodenoscopia, con l’utilizzo, cioè di una sonda flessibile dotata di telecamera che viene introdotta dalla bocca e viene fatta scendere attraverso l’esofago e lo stomaco, fino al primo tratto dell’intestino, dove vengono prelevati campioni di mucosa destinati a essere analizzati in laboratorio. Nel caso in cui i villi risultino appiattiti, la diagnosi praticamente certa è quella dell’esistenza della celiachia;
- ricerca di specifici anticorpi o autoanticorpi (anticorpi antitransglutaminasi) attraverso analisi del sangue. Se questi anticorpi risultano superiori alla norma è probabile ci sia celiachia.
Come si può curare la celiachia?
L’unica terapia in grado di garantire al celiaco una guarigione perfetta è l’osservazione di una dieta in cui sia escluso il glutine. Per fare questo occorre, su indicazione del proprio medico, eliminare dai propri pasti molti alimenti, tra i quali: il pane, la pasta, la pizza e i biscotti.
Per ottenere risultati, il glutine va eliminato del tutto, è necessario quindi evitare di assumerne anche solo piccole quantità. Nella dieta dei celiaci devono dunque essere inseriti gli alimenti che ovviamente non contengono glutine, ma anche tutti quelli che nel loro processo produttivo non sono stati contaminati dal glutine, come potrebbe accadere in un ambiente di lavoro (es. mulino) in cui vengono trattati alimenti con e senza glutine, che potrebbero venire a contatto fra loro.
I produttori di alimenti per celiaci devono prestare grande attenzione ai cicli produttivi e devono dichiarare sui singoli prodotti l’assenza di glutine, anche in minime tracce.