Che cos’è l’epatite B?
I virus dell’epatite B – insieme a quelli dell’epatite A, dell’epatite C e dell’epatite D – rappresenta la principale causa di epatite acuta e cronica, infezione che può compromettere le funzioni del fegato.
La diffusione delle infezioni virali e dei fattori di rischio correlati all’epatite B ha subito nell’ultimo decennio notevoli variazioni, con una riduzione drastica della trasmissione delle grazie soprattutto alla vaccinazione obbligatoria per questo virus.
Quali sono le cause dell’epatite B?
Il contagio da epatite B avviene per contatto di materiale infetto (sangue, fluidi biologici, strumenti infetti). La malattia viene contratta negli adulti soprattutto per via sessuale.
Quali sono i sintomi dell’epatite B?
L’infezione relativa all’epatite B causa nei soggetti adulti sintomi simili a quelli provocati dal virus A – ittero (colorazione gialla della cute) nella maggioranza dei casi, nausea e vomito, stanchezza, perdita di appetito, dolore addominale – ma, a differenza di questo virus, nel 5% dei casi l’infezione cronicizza (mediamente entro sei mesi dall’inizio della malattia).
Il virus B può quindi portare alla cirrosi, al tumore del fegato e all’insufficienza epatica (riduzione della funzione).
Queste ultime situazioni – diversamente dall’epatite cronica, che può decorrere per decenni senza che vi siano sintomi – rappresentano la fase sintomatica della malattia di fegato.
Come si può individuare l’epatite B?
Per diagnosticare l’epatite B – così come per gli altri tipi di epatite virale – è bene consultare uno specialista che potrà richiedere innanzitutto esami del sangue che includano la ricerca delle transaminasi AST e ALT. Si tratta di enzimi che segnalano la funzionalità epatica e si modificano in rapporto alla fase della malattia (acuta o cronica). Un’alterazione delle transaminasi rappresenta una spia del danno subito dalla cellula epatica a causa dell’infezione virale.
Potrà inoltre essere richiesta una biopsia epatica o il Fibroscan che permette di rilevare i differenti stadi della malattia: dalle prime fasi di infiammazione alla progressiva degenerazione del tessuto epatico delle epatiti croniche che possono evolvere in cirrosi e/o in tumore.
Come si può curare l’epatite B?
Il controllo dell’epatite B si fonda prevalentemente sul trattamento specifico dei soggetti con epatite cronica e in fase di alta riproduzione del virus.
La terapia si basa sulla somministrazione di interferone, soprattutto alfa-inferferone, e farmaci antivirali. La terapia va personalizzata caso per caso e non è priva di effetti collaterali. Inoltre, non è indicata in tutti i casi.
Il consumo di alcolici peggiora l’epatite virale B. Nei casi più gravi si può ricorrere al trapianto d’organo.