Che cos’è l’ipertiroidismo?
L’ipertiroidismo è una patologia caratterizzata da un’eccessiva quantità di ormoni tiroidei in circolo, dovuta nella maggior parte dei casi ad aumentata secrezione di tiroxina (T4) e triiodotironina (T3) da parte della tiroide in toto (malattia di Graves-Basedow) o di noduli tiroidei iperfunzionanti (Malattia di Plummer) e più raramente a una loro liberazione da parte della ghiandola per una distruzione del tessuto (tiroidite sub acuta, tiroidite post partum, tiroidite da farmaci).
Quali sono le cause dell’ipertiroidismo?
La forma più comune di ipertiroidismo, il “morbo di Graves-Basedow”, è una patologia autoimmune dovuta alla produzione di auto anticorpi contro il recettore del TSH (TRAb). Questi anticorpi si comportano come il TSH ipofisario e stimolano la ghiandola a produrre ormoni tiroidei. Nelle forme classiche si ha un aumento del volume della ghiandola stessa.
In una quota minore di pazienti gli anticorpi TRAb possono causare un’infiammazione dei tessuti retro orbitari provocando una protusione dei bulbi oculari verso l’esterno (esoftalmo). L’esoftalmo può essere di varia entità, dall’irritazione degli occhi alla forma più grave di protrusione del bulbo oculare per cui è impossibile la chiusura delle palpebre. L’esoftalmo è più frequente nei soggetti fumatori, pertanto è indicata l’astensione dal fumo.
L’ipertirodismo può essere causato anche dalla presenza di un nodulo iperfunzionante (adenoma tossico o Malattia di Plummer).
Un’altra causa di ipertiroidismo è il gozzo multinodulare tossico, vale a dire da un gozzo in cui uno o più noduli divengono iperfunzionanti, più comune nelle persone con età maggiore ai 65 anni nelle zone a carenza iodica.
L’ipertiroidismo può essere causato anche dalla liberazione degli ormoni tiroidei da parte della ghiandola per distruzione del tessuto, in seguito a un’infiammazione (tiroidite sub acuta, tiroidite post partum); in genere si manifesta con una fase iniziale di ipertiroidismo, seguita a volte da ipotiroidismo.
Un cenno a parte merita l’ipertiroidismo iatrogeno, dovuto a un’eccessiva somministrazione di iodio o prodotti iodati (dentifrici, colluttori, antisettici, sale iodato, mezzo di contrasto iodato, farmaci ad alto contenuto di iodio), farmaci immunologici o litio, che inducono un’iperproduzione di ormoni tiroidei da parte di una tiroide ingrandita o sede di struma plurinodulare, o una abnorme dismissione ormonale da parte della ghiandola danneggiata dal farmaco stesso.
Quali sono i sintomi dell’ipertiroidismo?
I sintomi più frequenti dell’ipertiroidismo sono perdita di peso, stanchezza e debolezza muscolare, tremori, stati d’ansia e nervosismo, battito cardiaco accelerato, intolleranza al caldo, aumento della sudorazione e dell’appetito.
L’ipertiroidismo si manifesta clinicamente nel 2-3 % della popolazione nelle forme più lievi, e nel 5-6 % della popolazione in età più avanzata.
Come può essere individuato l’ipertiroidismo?
La diagnosi di ipertiroidismo si fonda soprattutto su un’accurata anamnesi familiare e patologica del paziente che può essere condotta dal Medico di Medicina Generale che potrà richiedere la consulenza dello specialista endocrinologo, in modo da poter sottoporre il paziente a una razionale procedura diagnostica.
Il percorso consiste in una visita, raccolta di dati precedenti e programmazione di esami ematochimici (TSH, FT3, FT4 e anticorpi TPO, TRAb), strumentali, radiologici e medico-nuclearistici atti a giungere in breve tempo a una corretta definizione diagnostica e a un’appropriata prescrizione terapeutica.
Nell’ambito dell’indagine radiologica, particolare importanza è oggi rivestita dall’ecografia della tiroide, l’esame più adatto a rilevare la presenza di noduli, definirne morfologia, dimensione, struttura e valutare ulteriori alterazioni a carico della ghiandola.
La scintigrafia tiroidea con TC99 o con I131 (iodocaptazione) è l’indagine strumentale a tutt’oggi più attendibile per la diagnosi differenziale tra Malattia di Graves Basedow e Malattia di Plummer e per svelare eventuali ipertiroidismi iatrogeni.
Come si può curare l’ipertiroidismo?
La terapia dell’ipertiroidismo può essere farmacologica, radiometabolica e chirurgica.
La terapia farmacologica si avvale di farmaci di uso consolidato quali il metimazolo e il propiltiouracile,a cui si possono associare i beta bloccanti. Nel caso di “Morbo di Basedow-Graves”, la terapia va in genere proseguita per parecchi mesi (fino a 18-24) mentre nel caso di adenoma tossico la terapia medica serve solo a ridurre gli ormoni tiroidei circolanti, in preparazione alla terapia elettiva che è chirurgica o radiometabolica con Iodio 131.
L’approccio chirurgico deve essere eseguito da chirurghi esperti per ridurre l’incidenza di complicanze, in particolare per rispettare integralmente i decorsi dei nervi laringei ricorrenti (che garantiscono la perfetta mobilità delle corde vocali) e per salvaguardare le 4 ghiandole paratiroidi, fondamentali per il corretto metabolismo del calcio e del fosforo.
L’ipertiroidismo dà diritto all’esenzione dalla quota di partecipazione al costo delle prestazioni sanitarie (esenzione ticket) che deve essere certificata dallo specialista endocrinologo.