“La pandemia di Covid-19 ha aumentato i casi di insonnia”, commenta la dottoressa Paola Merlo, responsabile della Neurologia di Humanitas Gavazzeni, sede certificata di Centro Cefalee SISC e IHS, e vicepresidente della Sezione Lombardia della Società Italiana per lo Studio delle Cefalee.
Secondo i dati del progetto “Lost in Italy” (LOckdown and lifeSTyles in Italy), si attesta che gli italiani che lamentano un sonno insufficiente sono aumentati del 22% e del 128% quelli che raccontano di un sonno di qualità insoddisfacente: vale a dire 18 milioni di persone.
“Complice l’ansia e la paura della malattia, il cambiamento del ritmo circadiano che ha inciso sensibilmente sulla cronobiologia dell’organismo, la mancanza di socialità e le costrizioni. Si tratta di dati relativi che auspicabilmente possono tornare a regime, mentre più fondate sono le stime che attestano che circa 1/3 degli italiani soffrono occasionalmente d’insonnia, il 10-13% di una forma cronica e 40% di disturbi del sonno non diagnosticati”, commenta la dottoressa Merlo.
Leggi anche: Quando non riesci a dormire: la tecnologia aiuta a curare l’insonnia
Testo tratto dall’articolo dal titolo “L’approccio multidisciplinare all’insonnia” pubblicato da FarmaciaNews nel maggio 2022 di Francesca Morelli