Arriva l’estate e la pelle è la prima a godere dei caldi raggi del sole. Ma l’esposizione solare fa bene all’epidermide?
Ne parliamo con la dottoressa Marzia Baldi, responsabile dell’unità di dermatologia presso Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
Dottoressa, il sole è un nostro alleato?
Sì, per diversi fattori. Ad esempio perché stimola la sintesi cutanea della vitamina D che svolge molteplici funzioni: è, infatti, fondamentale per l’omeostasi del calcio e del fosfato che aumenta così la densità ossea; svolge un’azione antiossidante bloccando i danni indotti dai radicali liberi; è un potente antinfiammatorio; stimola il rilascio del neurotrasmettitore serotonina responsabile del buonumore; rafforza il sistema immunitario incrementando le nostre difese. Il sole, inoltre, svolge un’azione antibatterica, riducendo così le infezioni batteriche con conseguente miglioramento di diversi disturbi della pelle, come l’acne. E riduce l’iperproliferazione cellullare, migliorando varie patologie cutanee caratterizzate da questo disturbo, come la psoriasi.
Però il sole può anche essere nostro nemico?
Sì, prima fra tutti per l’insorgenza dei tumori della pelle. É, infatti, attestato che molti nei carcinomi basocellulare (tumori ad invasività solo locale) colpiscono maggiormente le persone con fototipo I e II (cute fotosensibile), vale a dire con occhi chiari, capelli rossi o biondi, che si espongono in modo intenso e intermittente al sole, e che hanno avuto frequenti scottature solari durante l’infanzia. E anche per quanto riguarda i nei carcinomi spinocellulari, la causa primaria è legata all’esposizione cumulativa al sole.
Il sole, inoltre, può provare un eritema solare: un’infiammazione della pelle caratterizzata da arrossamento, comparsa di papule pruriginose e secchezza cutanea. Anche il fotoinvecchiamento è indotto soprattutto dai raggi UVA che si diffondono negli strati più profondi della pelle, causando perdita di elasticità, perdita di tono, comparsa delle rughe, disidratazione e danni al microcircolo cutaneo. Attenzione anche alla comparsa di macchie solari, causate da diversi meccanismi biochimici indotti dai raggi UV.
Per quanto tempo è consigliata, quindi, l’esposizione al sole?
Non esiste una risposta definitiva: la resistenza e la capacità di difesa della pelle al sole dipende dai fototipi, dalla stagione, dall’orario, dalle condizioni meteo, dall’altitudine e dalla presenza o meno di superfici riflettenti come mare, sabbia, ma anche neve. La regola generale, però, è di non esporsi al sole mai dalle 11 alle 16. É consigliato, però, stare al sole per almeno 20 minuti al giorno, anche senza fattori di protezione, ma non nelle ore centrali, così da attivare la produzione di vitamina D che fissa il calcio nelle ossa.
Esiste una crema solare migliore delle altre?
Quello che fa la differenza in una crema solare è il filtro solare, che è in grado di bloccare le radiazioni ultraviolette più pericolose riducendo gli effetti nocivi e cancerogenici sulla pelle. Inoltre, il fattore di protezione che indica la capacità di difesa del filtro all’esposizione solare va sempre scelto in relazione al fototipo, ricordando che è ormai buona norma utilizzare filtri solari tutti i giorni.
Bisogna ridurre l’esposizione al sole sin da bambini?
Sì, la pelle dei bambini è una pelle molto più delicata e sensibile ai raggi del sole rispetto agli adulti: è più sottile e più disidratata. In più è descritto che scottature solari da bambini, al di sotto dei 12 anni, aumenta l’incidenza di sviluppare un melanoma in età adulta.