Coinvolge circa 1 caso su 1000 e può riguardare sia uomini che donne sin dalla giovane età. Parliamo del petto escavato, una patologia benigna del torace che consiste in una concavità nella parete toracica anteriore.
Si tratta di un difetto di cui si parla poco, nonostante sia diffusa e che, in alcuni bambini, si presenti già alla nascita, mentre in altri casi la deformità, considerata nei primi anni di vita come un piccolo difetto, si aggrava in maniera significativa nel corso dello sviluppo puberale. Durante la bella stagione il problema si accentua perché è motivo di imbarazzo per molti e molte, portando i soggetti coinvolti a non scoprirsi il petto e a “nascondersi”: limitando, così, i momenti di socialità tipici dell’adolescenza e non solo.
C’è un modo per curarla?
Ne parliamo con la dottoressa Giovanna Rizzardi, chirurga toracica di Humanitas Gavazzeni.
Dottoressa Rizzardi, quali sono le cause del petto escavato?
“Le cause non sono completamente note. Si sa che esiste in questi soggetti un’alterazione della qualità del tessuto connettivo. Oltre il 40% dei pazienti presenta una familiarità, cioè hanno un familiare che è affetto della stessa patologia”.
È solo una problematica estetica?
“No, non solo, anche se l’estetica ha un importante impatto nella percezione del paziente: sono tante le persone che vivono questa patologia come un motivo di imbarazzo che preclude molte occasioni relazionali. Si tratta comunque di una patologia che può dare disturbi: infatti è necessario, per poter consigliare la tecnica più giusta per il singolo paziente, fare accertamenti con TAC del torace, un’ecografia al cuore e un test da sforzo cardio polmonare”.
Quali sono i sintomi?
“Il bambino affetto da petto escavato spesso non riferisce alcun sintomo. In altri casi il paziente lamenta di avere, dopo uno sforzo, una mancanza di fiato (dispnea). Altri disturbi riferiti sono dolore alla zona infossata, senso di peso e/o compressione e tachicardia. Lo specialista, se sarà necessario, richiederà ulteriori esami quali la spirometria, la valutazione cardiologica ed eventualmente esami radiologici. Dopo la prima visita, lo specialista discuterà con i genitori e con il paziente il programma di trattamento più idoneo al caso specifico”.
C’è un modo per correggere il petto escavato?
“Esistono diverse tecniche chirurgiche e in Humanitas Gavazzeni possiamo garantire tutte le soluzioni terapeutiche. C’è una procedura mini-invasiva, chiamata tecnica di Nuss, portata nel nostro ospedale dal professor Antonio Messineo, uno dei massimi esperti nazionali della patologia, utilizzata soprattutto in pazienti giovani. Consiste nel posizionare via toracoscopica delle barre che sollevano il torace correggendo il difetto. Per gli adulti invece, dal momento che la gabbia toracica è meno flessibile, possiamo utilizzare la tecnica di Ravitch che consiste in un’incisione nel torace e riposizionamento delle cartilagini costali e dello sterno in corretta posizione. In caso di malformazioni lievi, che coinvolgono solo l’estetica e non la salute della persona, si può optare per una protesi che va a coprire il difetto”.