È una delle quattro valvole cardiache e impedisce che il sangue ricco di ossigeno torni indietro nel suo percorso: è la valvola aortica. Fondamentale per la salute del nostro cuore, può presentare dei difetti di funzionamento che possono sfociare in una situazione patologica relativamente frequente come la stenosi aortica.
Una malattia che consiste in una minore capacità di apertura della valvola, impedendo il passaggio di sangue tra il ventricolo sinistro e l’aorta nel momento in cui il cuore si contrae. Questo difetto comporta un sovraccarico di pressione e di lavoro a carico del cuore, e può provocare sintomi come dolore al petto e affanno anche a riposo.
Per approfondire le implicazioni che la stenosi aortica può avere sul cuore e gli avanzamenti tecnologici e i cambiamenti nella pratica clinica per la cura delle patologie della valvola aortica, Humanitas Gavazzeni con l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della provincia di Bergamo ha organizzato un incontro formativo dal titolo “Stenosi valvolare aortica: quando e come interviene il cardiologo interventistica con procedura TAVI”.
Aperto a medici specialisti e medici di medicina generale, l’appuntamento si terrà mercoledì 5 ottobre dalle ore 19.30 alle ore 22.15 presso la sala riunioni OMCeO in via Giacomo Manzù 25 a Bergamo. Il corso è gratuito e accreditato ECM con prenotazione obbligatoria sul sito www.humanitasedu.it oppure telefonando al numero 0354204787.
Responsabile scientifico dell’evento è il dottor Alberto Cremonesi, responsabile del dipartimento cardiovascolare di Humanitas Gavazzeni che coordinerà i diversi specialisti della salute del cuore dell’ospedale bergamasco.
“Obiettivo dell’incontro è consolidare i percorsi dei nostri pazienti e migliorare la comunicazione tra le parti, cercando di diffondere la conoscenza della patologia e soprattutto della tecnica TAVI (impianto percutaneo transcatetere della protesi valvolare aortica): una terapia di cardiologia interventistica mini-invasiva che ha lo scopo di trattare la stenosi valvolare aortica di grado severo senza necessità di fermare il cuore per sostituire la valvola. Una pratica che porta a importanti benefici per i pazienti: si tratta, tuttavia, di una tecnica relativamente sottoutilizzata. Secondo le stime, i pazienti trattati sono solo il 32% di quanti, secondo le evidenze cliniche, meriterebbero la TAVI. È quindi sempre più necessario colmare quel gap esistente tra la medicina del territorio ed i Centri che eseguono interventi con questa tecnica per costruire un solido percorso diagnostico – terapeutico che favorisca la comunicazione tra medico di medicina generale, cardiologo del territorio e specialisti dei Centri TAVI di riferimento”, commenta Cremonesi.