Venerdì 14 e sabato 15 ottobre si è tenuto a Bergamo il 30^ meeting annuale dell’“European Workgroup of Cardiothoracic Intensivists (EWCI)”: gruppo fondato per riunire cardioanestesisti/intensivisti, cardiochirurghi e cardiologi per discutere i temi legati alla cardiochirurgia, con l’obiettivo di condividere tra i diversi specialisti, i problemi, i casi irrisolti, gli errori, i suggerimenti per migliorare nella pratica della cardiochirurgia.
Organizzatore dell’evento, il dottor Maurizio Mazzoni, responsabile Terapia Intensiva di Humanitas Gavazzeni.
Un incontro pieno di significato l’edizione 2022: il 30° meeting, infatti, doveva tenersi a Bergamo nell’autunno 2020. L’anno in cui il mondo venne sconvolto dalla pandemia, specialmente la Bergamasca. E ora, dopo un’interruzione di due anni, è finalmente possibile incontrarsi.
“Questa edizione ha avuto un valore importante, come un simbolo di rinascita e di ripresa – commenta il dottor Maurizio Mazzoni – Possiamo finalmente ritornare a confrontarci di persona, mettendo da parte le modalità online che risultano spesso limitanti per una condivisione completa di conoscenze”.
Quello del EWCI è uno storico gruppo di lavoro che si riunisce ogni anno con l’obiettivo di condividere conoscenze ed esperienze utili per migliorare nella pratica clinica a beneficio dei pazienti e invitare le nuove generazioni che praticano la professione a partecipare.
Circa venti specialisti provenienti da tutta Europa (come Austria, Svizzera, Belgio, Finlandia e Paesi Bassi) si sono riuniti a Bergamo nei giorni di incontro per condividere, ognuno di loro, le loro specificità ed eccellenze con gli specialisti di Humanitas Gavazzeni.
“Come Humanitas Gavazzeni abbiamo portato, ad esempio, insieme ai colleghi specialisti in anestesia, cardiochirurgia, cardiologia e nutrizione che hanno partecipato con i loro contributi, l’esperienza del nostro progetto di arte in ospedale – che, ad esempio, ha portato sulla parete della Terapia Intensiva una riproduzione in maxi formato di un dipinto del Canaletto – del programma di cardiochirurgia robotica e dei nostri studi e risultati del ‘Patient Blood Management Program’. Importanti contributi sono stati anche incentrati sul tema dell’alimentazione nei pazienti di cui ci occupiamo”, dichiara Mazzoni.