I tatuaggi si fanno con grande entusiasmo per segnare sulla pelle un momento indelebile della propria vita ma può capitare che dopo qualche tempo, quel segno non sia più così importante al punto che si vorrebbe cancellarlo. Oggi rimuovere un tatuaggio è possibile, a patto che sia stato impresso con pigmenti neri.
«La tecnologia laser permette attualmente di rimuovere tatuaggi realizzati con pigmenti scuri – spiega Marzia Baldi, responsabile dell’Ambulatorio di Dermatologia di Humanitas Gavazzeni –. Per farlo, utilizziamo un tipo di laser detto Q-switchato, in grado di rimuovere sia il pigmento endogeno (la melanina) presente in lesioni come le lentigo solari, sia il pigmento esogeno come quello utilizzato per realizzare i tatuaggi. È uno strumento in grado di emettere impulsi a elevata potenza in un intervallo di tempo brevissimo che frammentano il pigmento e che verrà eliminato fisiologicamente dai macrofagi, le cosiddette cellule spazzino della pelle».
Ovviamente più il tatuaggio è piccolo e meno è colorato, anche se parliamo di colore nero, più è facile eliminarlo.
«L’utilizzo di diverse lunghezze d’onda permette di raggiungere profondità differenti nella cute e, quindi, di aggredire il pigmento quando questo si trova nei diversi strati della pelle. È importante anche l’omogeneità della distribuzione del pigmento, che viene di solito garantita solo se il tatuaggio è eseguito da un professionista. Prima di effettuare il trattamento facciamo un laser-test che ci permette di capire la risposta clinica e biologica della pelle sede di tatuaggio. L’applicazione laser è un poco fastidiosa, e in casi di tatuaggi complessi può essere necessario applicare sulla cute una crema anestetica prima di effettuare il trattamento eseguito in diverse sedute intervallate da circa 30 – 40 giorni l’una dall’altra così da permettere alla pelle di guarire».
La tecnologia utilizzata fornisce risultati soddisfacenti con una minima incidenza di effetti collaterali quali il gonfiore, rossore o vescicole che possono evolvere in piccole crosticine che si risolvono spontaneamente senza lasciare cicatrici.
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