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Tumori rari: la speranza dalla ricerca clinica

Il 28 febbraio di ogni anno ricorre la Giornata mondiale delle malattie rare: un momento per sensibilizzare l’opinione pubblica su quelle malattie che colpiscono, all’incirca, non più di 5 individui ogni 10mila persone, e che, molto spesso, sono correlate al timore che non sia stata ancora definita una cura standard per il loro trattamento e risoluzione.

In ambito oncologico, si parla di tumore raro quando insorge in meno di 6 persone su 100 mila. “Uscendo dalla definizione tecnica, esiste un aspetto che accomuna tutte le persone che soffrono di queste patologie: la paura che i medici non sappiano come curarle e la sensazione di essere, pertanto, destinate ad un fallimento delle cure e ad un futuro imprevedibile – commenta il dottor Tommaso Martino De Pas, responsabile dell’Oncologia Medica di Humanitas Gavazzeni in occasione della Giornata mondiale delle malattie rare -. Ma le cose fortunatamente non stanno così. La Ricerca scientifica è in continuo fermento e grazie alla possibilità di avvalersi delle scoperte inizialmente sviluppate nei tumori “frequenti” ed unendole alla esperienza personale di medici da sempre dedicati alla cura di persone con tumore raro, permette di sviluppare trattamenti innovativi anche in tali contesti. Grazie alla Ricerca il tumore raro diventa una realtà più conosciuta e trattabile”.

Il trattamento dei tumori rari in Humanitas Gavazzeni

In Humanitas Gavazzeni, l’équipe dell’Oncologia Medica comprende un gruppo di specialisti con esperienze maturate nell’ambito di noti centri, come l’Istituto Europeo di Oncologia (IEO) di Milano. Per anni si sono dedicati alla cura dei tumori rari e non solo, sviluppando algoritmi di diagnosi e terapia, facendo Ricerca clinica e pubblicando lavori scientifici specifici su tale argomento.

“Ogni nuovo trattamento in campo medico, prima di essere adottato nella pratica clinica come standard di cura, deve essere validato da team di specialisti dedicati che, seguendo le rigide metodologie della ricerca, valutano i risultati su un campione significativo di pazienti, in accordo con i principi etici che governano le sperimentazioni cliniche – commenta il dottor Emilio Bombardieri, direttore scientifico di Humanitas Gavazzeni e Castelli –  Il gruppo del dottor De Pas è particolarmente esperto nella ricerca clinica, come è dimostrato dalle numerose pubblicazioni internazionali in campo oncologico sue e dei suoi colleghi. Un impegno che ricorda come la Ricerca possa rendere curabile nel futuro ciò che ancora oggi è definito incurabile”.

É il caso, ad esempio, del trattamento dei sarcomi in cui il gruppo dell’Oncologia in Humanitas Gavazzeni ha una forte esperienza, che risale alla prima fondazione della Rete Nazionale di Tumori alla fine negli anni Ottanta, e prosegue oggi nell’ambito del gruppo scientifico Italian Sarcoma Group.

Così come dei tumori del timo, le cui raccomandazioni dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) sono state coordinate anche dal gruppo di specialisti ora in Humanitas Gavazzeni. Il gruppo ha inoltre contribuito allo sviluppo della rete nazionale di cura e ricerca (TYME) e della associazione di pazienti (TU.TO.R) con tumori del timo. Partecipa attivamente alla principale rete di collaborazione internazionale (ITMIG) sui tumori del timo ed è coordinatore di protocolli di ricerca innovativi, tra cui ad esempio lo studio clinico multicentrico CAVEATT. Una ricerca clinica duratadue anni, che ha coinvolto circa 30 pazienti di IEO e Humanitas, con carcinoma timico e timoma B3. I risultati, pubblicati sulla rivista scientifica internazionale Lancet Oncology, indicano una nuova possibilità terapeutica per le persone affette da tumore del timo resistente alla chemioterapia.

I ricercatori hanno utilizzato un farmaco capace di attivare il sistema immunitario contro il tumore stesso associato ad un ulteriore farmaco capace di potenziare l’effetto della immunoterapia ed anche in grado di eliminare le cellule tumorali agendo principalmente sulla vascolarizzazione necessaria per la sopravvivenza, crescita e disseminazione del cancro. Lo studio CAVEATT ha dimostrato che questa combinazione di farmaci possiede un’efficacia ed una tollerabilità tali da poter essere considerata come un possibile nuovo standard di cura per questo sottogruppo di pazienti, a dimostrazione di come la Ricerca clinica risulta essere fondamentale per la cura di una patologia, tumori rari inclusi.