Il 4 marzo di ogni anno ricorre il World Obesity Day, la giornata mondiale per la prevenzione dell’obesità e il sovrappeso.
Una data diventata, con gli anni, sempre più importante dal momento che l’obesità risulta essere in aumento nella popolazione. Per obesità si intende i casi in cui l’indice di massa corporea (BMI) è pari a 30 o è superiore e di obesità grave quando supera i 40. Secondo le stime della Società Italiana dell’Obesità (SIO) nel 2025 in Italia il tasso di obesità negli adulti arriverà al 43%, con aumento anche del numero degli obesi bambini e adolescenti tra i 6 i 18 anni.
Quando iniziare a prendersi cura del proprio peso? E quali sono gli alimenti da evitare per non ingrassare e intaccare la nostra salute?
Ne parliamo con la dottoressa Sabrina Oggionni, dietista e parte del Centro Obesità di Humanitas Gavazzeni.
Dottoressa Oggionni, da che età è meglio incominciare a prendersi cura del peso?
“Sin da bambini. Tanto è vero che sono i pediatri stessi che tengono sotto controllo il penso del bambino o della bambina. Questo perché sin da piccoli si imparano a seguire i cosiddetti ‘corretti stili di vita’: dal praticare costante e regolare attività fisica a prestare attenzione a ciò che si mangia”.
Quale alimentazione consiglia di seguire per non ingrassare?
“Un’alimentazione basata sui principi della dieta mediterranea che si caratterizza per un buon consumo di alimenti vegetali, quali frutta e verdura, che aiutano il nostro corpo a proteggersi anche dalle tossine. Da evitare è il consumo eccessivo di zuccheri semplici, alcol, bibite zuccherate, alimenti elaborati ricchi di grassi saturi e quelle che vengono chiamate ‘calorie vuote’”.
Cosa si intende per calorie vuote?
“Per calorie vuote si intendono quelle calorie presenti in alcuni alimenti che non possiedono un adeguato livello nutritivo cioè che contengono nutrienti, ma sono spesso pieni di grassi “cattivi”, zuccheri semplici, conservanti e altri additivi. E per questo hanno uno scarso valore nutrizionale. La caloria vuota in altre parole è uguale a una caloria tradizionale, ma per via della bassa percentuale nutritiva non può essere considerata altrettanto salutare”.
Quali sono le principali fonti di calorie vuote?
“Tra i prodotti più diffusi e consumati con “calorie vuote” ci sono le bibite zuccherate e l’alcol. Le prime, infatti, hanno uno scarso valore nutrizionale dovuto all’elevata presenza di zuccheri semplici, conservanti e additivi. Caso più eclatante di calorie vuote è rappresentato dalle bibite presenti in commercio, sia gasate che non. Ad esempio: in una lattina sono contenuti circa 30 grammi di zuccheri, ma il quantitativo di fibre, proteine, amminoacidi essenziali, vitamine e minerali rasenta lo zero”.
Per l’alcol, invece?
“Per quanto riguarda l’alcol il contenuto di calorie dipende dalla gradazione alcolica, ma si tratta comunque di calorie vuote: tante calorie e nessun nutriente essenziale; nonostante l’etanolo fornisca energia pari a 7kcal/g, non apporta nutrienti importanti per il nostro organismo. In riferimento alle calorie dell’alcol l’aggettivo vuoto è molto appropriato: apporta energia utilizzabile, ma nessuno degli elementi nutritivi necessari alla costruzione o al rinnovamento delle strutture cellulari. Altri alimenti ricchi di calorie vuote sono anche, ad esempio, snack, patatine e caramelle”.
Quali sono i rischi di un’alimentazione che contempla troppe calorie vuote?
“È necessario partire dal presupposto che i cibi che contengono calorie vuote in realtà non saziano: ingerire molta energia non significa ingerire la quantità necessaria di nutrienti per il nostro organismo. La conseguenza primaria, quindi, è quella di ingrassare. Non pensiamo quasi mai che anche i liquidi possono contenere calorie, ma il consumo di bevande zuccherate è una delle maggiori cause di obesità tra i bambini e gli adolescenti. Proprio perché assunte in forma liquida, infatti, non aiutano a raggiungere la sazietà e quindi non vengono percepite”.