Circa 22 milioni di persone, che corrispondono al 47% degli italiani tra gli 11 e i 74 anni, accedono alla rete da cellulari e smartphone mentre da tablet lo fanno ormai 7 milioni di persone, il 15%, un dato in costante crescita.
Un segno positivo dei nostri tempi, caratterizzati da una comunicazione sempre più diffusa, ma anche un intenso, a volte esagerato, utilizzo delle mani e delle dita, che può provocare disturbi o addirittura scatenare vere e proprie patologie – come la sindrome del tunnel carpale o il dito a scatto – che cominciano a insorgere sempre più anche tra i giovani, i maggiori sensibili alla tecnologia.
Ne parliamo con il dottor Davide Smarrelli, responsabile dell’Unità funzionale di Chirurgia della mano di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.
È vero che un abuso di cellulari o tablet può provocare problemi anche seri alla mano?
«Sì, la sollecitazione continua dell’articolazione del pollice e dell’indice può indolenzire la struttura della mano e quindi anche del polso. La mano è un organismo complesso, composto da ossa, strutture legamentose, capsulari, tendini, nervi e arterie. Il pollice in particolare è una delle dita più utilizzate perché, oltre che a digitare, è l’elemento cardine per la funzionalità della mano. Un bruciore alla base del pollice può essere conseguenza di un problema degenerativo all’articolazione che, alla lunga, può portare a un processo artrosico. Ci sono poi i tendini da tenere in considerazione, gli “elastici” di ossa e articolazioni, che possono subire irritazioni per un uso eccessivo della loro funzionalità».
Il cosiddetto dito a scatto può essere davvero considerato un “effetto collaterale” della tecnologia?
«Direi di sì. La tenosinovite stenosante, più comunemente nota come dito a scatto, è un processo infiammatorio che colpisce il rivestimento sinoviale della guaina tendinea. L’evoluzione del processo infiammatorio può portare ad alterazioni strutturali e volumetriche con un ispessimento, sino a un aumento delle dimensioni dei tendini; lo scatto rappresenta l’elemento più caratteristico che porta a una conseguente difficoltà di movimento della flesso-estensione del dito coinvolto, dolore e gonfiore locale».
Questo per quanto riguarda la telefonia mobile. Ma anche l’uso del mouse sembra non essere da meno, leggi tunnel carpale.
«Sì, l’utilizzo del mouse è una delle cause dell’infiammazione nota come sindrome del tunnel carpale. Si tratta della patologia più frequente tra quelle che riscontiamo noi chirurghi della mano e che si manifesta con un iniziale formicolio alle dita, soprattutto di notte, a causa della compressione del nervo mediano all’interno del polso. Se il disturbo cresce, possono manifestarsi anche segnali degenerativi come la perdita di sensibilità delle dita e di forza della mano. È un disturbo che percepiamo quando usiamo ma anche tenendo in mano il telefono cellulare per parlare».
Se il disturbo a dita e mano è ormai presente, come possiamo risolverlo?
«Prima di tutto deve essere valutato il tipo di disturbo, rivolgendosi a uno specialista, il chirurgo della mano. Dal punto di vista diagnostico vengono utilizzati, a seconda dei singoli casi, vari esami strumentali come la radiografia e la ecografia, o anche l’elettromiografia che studia l’attività elettrica del nervo. Si possono prescrivere trattamenti con farmaci neurotrofici, terapie come ultrasuoni o utilizzo di tutori. Se però questi trattamenti non funzionano, bisogna procedere con interventi di chirurgia mini invasiva».