Eliminare i pigmenti colorati utilizzando il laser, un’operazione efficace, la cui riuscita dipende però dalla dimensione del tatuaggio, dai colori utilizzati e dalla profondità del pigmento.
Gli amanti dei tatuaggi, sono in crescita soprattutto tra i più giovani, ma sono anche in aumento coloro che vogliono liberarsene.
Sono circa un milione e mezzo gli italiani tatuati e, tra questi, i giovani tra i 12 e i 18 anni rappresentano il 7,5% del totale. Questo dicono i dati presentati dal Centro nazionale Ondico (Organismo notificato dispositivi e cosmetici) dell’Istituto Superiore di Sanità, che rivelano anche un’alta percentuale (30%) di persone che, per vari motivi soprattutto legati al lavoro, hanno deciso di cancellare i tatuaggi dalla loro pelle.
Tatuaggi, è vero che il giallo e il rosso sono più difficili da rimuovere?
Le rimozioni sono possibili, oggi, ma non lo sono però per tutti i tipi di tatuaggi, o meglio, non per tutti i colori che vengono utilizzati. Il tatuaggio disegnato con l’inchiostro nero è semplice, da eliminare, mentre è più difficile farlo in presenza di colori come il giallo e il rosso, come ci spiega la dottoressa Marzia Baldi, medico dermatologo responsabile dell’Ambulatorio di Dermatologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
«I tatuaggi realizzati con inchiostri neri possono essere rimosrri con il laser Q (Quality) – switched che oltre a essere utilizzato per lesioni come le lentigo solari, ha la capacità di rimuovere il pigmento esogeno, quello utilizzato per realizzare i tatuaggi. Si tratta di un particolare laser che emette impulsi ad alta potenza in un periodo di tempo brevissimo, capaci di frammentare il pigmento che viene poi eliminato mediante fagocitosi a opera dei macrofagi, che sono le cosiddette cellule spazzino della pelle».
La qualità del risultato dipende dalla dimensione e dalla profondità del pigmento?
«Sì, la cancellazione di un tatuaggio dipende dalla sua dimensione e dalla profondità del pigmento nel derma, oltre che dal tipo e colore di pigmento utilizzato. L’utilizzo di diverse lunghezze d’onda consente di raggiungere differenti profondità della cute, aggredendo il pigmento quando questi si trova nei diversi strati della pelle. Importante è anche il fatto che il pigmento sia distribuito omogeneamente, caratteristica che viene di norma garantita quando il tatuaggio è eseguito da un professionista. L’applicazione laser è nella maggior parte dei casi solo lievemente dolorosa, con un fastidio procurato che è molto simile a un pizzico di elastico. In caso di tatuaggi complessi può però essere necessario applicare sulla cute una crema anestetica 45 minuti prima del trattamento».
La cancellazione dei tatuaggi con il laser ha effetti collaterali?
«Non sono stati registrati effetti collaterali a lungo termine. Diversi studi scientifici hanno confermato che la tecnologia utilizzata per rimuovere i tatuaggi ha una minima incidenza di effetti collaterali che, nel post trattamento, possono manifestarsi in forma di gonfiore, rossore o vescicole che evolvono in piccole crosticine. Tra una seduta e l’altra trascorrono circa 30, 40 giorni al fine di consentire alla pelle di guarire. Infine, è difficile quantificare il numero di sedute necessarie alla completa rimozione. L’esecuzione di un laser-test iniziale aiuta a prevedere l’andamento clinico e biologico del tatuaggio».