La sudorazione è la reazione con cui nostro corpo regola la temperatura interna. È un fenomeno naturale ed essenziale, quando però si svolge entro certi limiti. Se invece il meccanismo della sudorazione si altera e si verifica un aumento incontrollato della produzione di sudore, si entra in quella forma patologica che prende il nome di iperidrosi, malattia di cui non si conosce la causa, ma che può essere curata sia dal punto di vista dermatologico, sia da quello chirurgico.
Quando le persone soffrono di iperidrosi si ritrovano con mani, ascelle e viso costantemente bagnati, anche quando il caldo non è tale da giustificarlo. Un problema, per chi ne è vittima, non solo di natura estetica, che richiede quindi un intervento di tipo medico. Come detto, l’iperidrosi può essere curata dal punto di vista medico, tramite la figura del dermatologo o da quello chirurgico, con il chirurgo toracico, che in stretta collaborazione valutano la situazione del paziente e decidono come intervenire.
Curare l’iperidrosi dal punto di vista medico
«Dal punto di vista medico – spiega la dottoressa Marzia Baldi, dermatologa di Humanitas Gavazzeni Bergamo – si può intervenire con infiltrazioni di tossina botulinica, capaci di bloccare temporaneamente le terminazioni nervose che attivano le ghiandole sudoripare a produrre sudore».
È un intervento, questo, che sviluppa la sua azione solo dopo qualche giorno e che fornisce risultati solo momentanei, come sottolineato dalla stessa dottoressa Baldi: «Per avere riscontri visibili bisogna attendere almeno 7/8 giorni dall’intervento. Il beneficio, poi, ha una durata di circa 4/6 mesi, dopo di che è necessario reintervenire».
Questo significa che per stabilizzare la propria sudorazione, un malato di iperidrosi deve sottoporsi a due/tre interventi l’anno, senza dimenticare che «nel momento in cui si sospendono i trattamenti con tossina botulinica, la sudorazione ricomincia gradualmente a ripresentarsi».
La cura dell’iperidrosi con trattamento chirurgico
La soluzione medica, dunque, non è in grado di offrire una soluzione definitiva, al contrario degli interventi anti-iperidrosi eseguiti in regime di chirurgia toracica. Come si interviene? A spiegarlo è il dottor Giuseppe Chiesa, Responsabile della sezione di chirurgia mininvasiva dell’Unità Operativa di Chirurgia toracica di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
«La secrezione delle ghiandole sudoripare è regolata dal sistema neurovegetativo simpatico, la parte di sistema nervoso posizionata nel torace, a lato della colonna vertebrale. Per interromperne o diminuirne il flusso – quando questo è eccessivo – si interviene sul nervo simpatico, eliminando o riducendo lo stimolo nervoso alla sudorazione».
Si tratta di un intervento di chirurgia mini-invasiva, che viene eseguito attraverso un accesso di pochi millimetri e che quindi procura minimi fastidi al paziente. Le tecniche utilizzabili sono tre, spiega il dottor Chiesa: «Possono essere apllicate delle mollette (clip) per chiudere il nervo simpatico, si può sezionare lo stesso nervo (simpaticotomia) o si può asportare un ganglio, cioè uno dei rigonfiamenti del nervo che rappresentano il centro di controllo della sudorazione».