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Celiachia, aumenta il consumo di prodotti “gluten free”

La celiachia è l’intolleranza permanente al glutine che colpisce un italiano su cento ma è diagnosticata solo nel 20% dei casi.

L’unico modo per non subirne gli effetti – se si è celiaci – è abolire dalla propria dieta il glutine, una sostanza proteica presente in molti alimenti, tra i quali frumento, orzo, farro, avena, segale e malto.

Sono sempre di più, quindi, i consumatori di prodotti “gluten free”, spesso scelti anche da chi non soffre di celiachia, tanto da spingere Saloni e Fiere dedicate all’alimentazione a riservare aree specifiche ad alimenti con queste caratteristiche.

Ne parliamo con la dottoressa Stefania Setti, Medico Nutrizionista, responsabile dell’Ambulatorio di Nutrizione Clinica e Dietologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.

La celiachia è una malattia che può riguardare tutti?

«No la celiachia è una malattia di origine genetica, cioè presente fin dalla nascita, quindi è impossibile contrarla solo a partire da un certo momento della vita. È un’intolleranza che provoca la distruzione dei villi intestinali dell’intestino tenue, quelli che si ocupano dell’assorbimento dei nutrienti, causando così problemi di natura gastrointestinale come senso di ripienezza con distensione addominale, mal di stomaco e diarrea. Spesso è inoltre all’origine di problematiche dermatologiche, come eruzioni, rash cutanei e, soprattutto, dermatiti. L’unica terapia efficace per combattere la celiachia è quella eliminare totalmente il glutine dalla propria dieta. Purtroppo si deve aggiungere che la dieta priva di glutine tiene sotto controllo la sintomatologia, ma purtroppo, non fa guarire dalla malattia».

Quali alimenti possono essere consumati da una persona celiaca?

«I celiaci devono consumare alimenti privi di glutine. Tra questi ci sono il riso, il grano saraceno, il miglio, la farina di mais e di patate. Per loro fortuna, però, oggi l’industria alimentare mette a disposizione prodotti “gluten free” che permettono di non dover rinunciare a pasta, pane, pizza, biscotti che normalmente conterrebbero glutine. QUesti prodotti sono contrassegnati dal simbolo della spiga sbarrata e possono essere acquistati nelle farmacie, nei negozi specializzati e ormai anche in quasi tutti i supermercati».

I prodotti “gluten free” possono essere una buona strategia per una sana dieta quotidiana anche per chi non è celiaco?

«Ci sono sempre più soggetti che soffrono di “ipersensibilità al glutine”. Cioè: non sono affetti da celiachia perché hanno ottenuto risultati negativi ai test ma, nonostante questo, presentano uno o più sintomi di questa malattia. In questo caso è bene che consumino preferibilmente alimenti che sono in natura privi di glutine piuttosto degli alimenti “gluten free” che vengono prodotti dall’industria».

Anche i cibi “contaminati” dal glutine possono essere dannosi per i celiaci…

«Sì, i sintomi della celiachia si possono presentare anche quando un alimento è stato semplicemente “contaminato” dal glutine durante la sua preparazione. È il caso che si verifica, ad esempio, quando c’è l’utilizzo di certi condensanti derivanti dal frumento, oppure quando si mangia in locali pubblici che non rispettano perfettamente le norme di preparazione dei pasti senza glutine. Bisogna stare davvero attenti perché è sufficiente assumere anche solo una piccola parte di glutine per vanificare completamente lo sforzo compiuto fino a quel momento».