Sono stati oltre 300 gli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori di Bergamo e provincia che hanno preso parte al “Lions Day”: una giornata organizzata, sabato 1 aprile, dai Lions di Bergamo per sensibilizzare la popolazione sul diabete in particolare giovanile che sta aumentando sempre di più in collaborazione con l’ospedale di Bergamo, l’ATS di Bergamo e Humanitas Gavazzeni.
Sedentarietà, cattiva alimentazione e il riacutizzarsi, soprattutto dopo il Covid, dei disturbi psicologici, stanno mettendo a rischio un numero sempre maggiore di ragazzi. Una ricerca effettuata dall’Ats su circa 500 studenti delle scuole superiori di Bergamo ha evidenziato come circa il 15% dei neomaggiorenni sia a rischio di contrarre la malattia.
Al centro delle iniziative c’è stato un convegno dedicato a come prevenire il diabete sin da ragazzi, dal titolo “Diamo voce al diabete: attraverso le domande agli esperti da parte degli studenti”. Tra i relatori, il dottor Antonio Carlo Bossi, responsabile della Diabetologia di Humanitas Gavazzeni, che ha risposto alle domande degli studenti presenti nell’auditorium della scuola cittadina Sant’Alessandro.
Il diabete di tipo 2 (quello più frequente, che di solito si manifesta in età adulta), sta comparendo in questi anni anche tra i ventenni, così come succede da tempo anche negli Stati Uniti: “Ciò è legato soprattutto alle cattive abitudini comportamentali di molti nostri ragazzi – ha commentato Bossi alla stampa presente – Bisogna continuare ad essere attivi e provare a mantenere una ‘socialità del cibo’ che significa mangiare in famiglia o tra amici, evitando però il cosiddetto cibo spazzatura. Senza dimenticare l’aspetto mentale: molti ragazzi si sentono soli e la vicinanza degli adulti ed eventualmente anche un supporto psicologico può essere importante”.