Più del 40% degli italiani soffre di disturbi del sonno. C’è chi fatica ad addormentarsi, chi si sveglia più volte nel corso della notte, chi rimane per ore con gli occhi sbarrati senza riuscire a trovare riposo.
L’assenza di sonno riduce le capacità di concentrazione e attenzione. Per questo il dormire poco o male – provocato molto spesso da patologie che non vengono nemmeno diagnosticate – rappresenta un problema di rilevanza sociale, che può anche mettere a repentaglio la salute di che ne è vittima.
«La mancanza di sonno – sottolinea la dottoressa Paola Merlo, responsabile dell’Unità Operativa di Neurologia e Humanitas Gavazzeni Bergamo – può derivare da molte patologie, di natura neurologica ma non solo. Il problema sorge quando viene a rompersi l’equilibrio naturale tra sonno e veglia, due processi naturali della nostra vita che in condizioni normali sono regolati dal nostro orologio biologico interno, il cui funzionamento si basa sul ritmo circandiano, fondato sulle 24 ore».
Quando viene a mancare l’equilibrio sonno/veglia
Le cause dei disturbi del sonno possono essere molteplici e possono essere legate a uno stile di vita poco attento all’alimentazione e all’attività fisica, all’uso di farmaci specifici, ma anche, come detto, dall’esistenza di patologie che incidono sull’equilibrio sonno/veglia: «Possono essere le più disparate – precisa la dottoressa Merlo – da quelle neurodegenerative come la demenza e la malattia di Parkinson a quelle neuromuscolari, dalla semplice cefalea a patologie di natura respiratoria».
E allora, come si può intervenire su questi problemi? La risposta sempre alla neurologa: «Bisogna intervenire con un approccio di tipo multidisciplinare, che partendo dai sintomi d’esordio riesca a scandagliare tutte le possibili ipotesi. Oltre ai neurologi è necessario dunque l’intervento di altri specialisti, primi tra tutti i pneumologi. Un pool di medici che ha il compito di predisporre il percorso clinico e diagnostico più adatto per ogni singolo paziente, che in Humanitas Gavazzeni è riunito nell’Ambulatorio per la patologia del sonno».
Il Nobel per la medicina agli studiosi dei ritmi circandiani
Il 2 ottobre 2017 il Nobel per la Medicina è stato assegnato ai ricercatori americani Jeffrey Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, per gli studi da loro compiuti sui meccanismi che controllano i ritmi circadiani. Da quasi 40 anni i tre studiosi hanno concentrato le loro attenzioni sull’orologio interno che regola i nostri ritmi del sonno, il comportamento alimentare, il rilascio degli ormoni, il metabolismo, la temperatura corporea e la pressione sanguigna.
Tra i risultati più interessanti ottenuti dai tre scienziati c’è il fatto che le regole di base dei ritmi circadiani sono comuni alle piante e agli animali, dai più semplici ai più evoluti.