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Se le gambe di notte non stanno ferme: come alleviare il fastidio

Fastidio, “voglia” di muovere le gambe (e, talvolta, anche le braccia) e irrequietezza che trova sollievo camminando o facendo stretching. Con questi sintomi può manifestarsi la sindrome delle gambe senza riposo (Restless Legs Syndrome, RLS), nota anche come malattia di Willis-Ekbon: un disturbo del movimento collegato al sonno caratterizzato da una sensazione spiacevole di discomfort alle gambe e dalla necessità di muoverle.

Perché e quando si manifesta? E come trattarla? Risponde il dottor Stefano Tronci, neurologo di Humanitas Gavazzeni.

Dottor Tronci, la sindrome delle gambe senza riposo è un disturbo notturno?

“Sì. Infatti si manifesta durante i periodi di riposo e inattività, in particolar modo la sera e la notte, tanto è vero che la maggior parte dei pazienti affetti dalla RLS si sveglia dal sonno a causa della spiacevole sensazione percepita alle gambe”.

Quali sono i sintomi?

“Sono difficili da descrivere da parte dei pazienti stessi. Il sintomo principale possiamo dire che è il bisogno, spesso percepito come fastidioso, di muovere le gambe e, nei casi più severi, anche le braccia: una ‘voglia’ che inizia o peggiora, come detto, durante i periodi di riposo o inattività e che viene parzialmente o totalmente alleviata dal movimento, come camminare o fare stretching. Molti raccontano di una sensazione di disagio a livello profondo nelle gambe, in particolare dal ginocchio in giù; altri, ancora, descrivono i disturbi come contratture notturne con movimenti incontrollati nelle gambe, irrequietezza motoria con necessità di muovere gli arti inferiori, prurito o solletico. Comunque, la sensazione avvertita è sì spiacevole, ma raramente dolorosa. Generalmente non sono nemmeno presenti bruciore o formicolio, avvertiti invece nelle neuropatie o nelle mononeuropatie da intrappolamento (come la sindrome del tunnel carpale)”.

Chi sono le persone più colpite?

“Nonostante i disturbi possano esordire in qualunque fase della vita, si manifestano più comunemente intorno ai 50 anni e le donne presentano circa il doppio della probabilità di esserne affette rispetto agli uomini. Attenzione particolare va posta durante la gravidanza, in particolare nell’ultimo trimestre, quando il disturbo tende ad essere ancor più frequente”.

Quali sono le cause?

“Le basi fisiopatologiche della RLS rimangono ancora in parte sconosciute, sebbene gli studi abbiano identificato alcune anomalie a carico del sistema nervoso centrale (SNC) e periferico (SNP) nei pazienti che ne sono affetti. L’alterazione del SNC più comune, ad esempio, è la riduzione delle riserve centrali di ferro: da lì l’importanza, in fase diagnostica, di effettuare esami ematici per valutare i depositi di ferro. A volte però la sindrome delle gambe senza riposo è conseguenza di altre patologie preesistenti come l’insufficienza renale, neuropatie e, in alcuni casi, malattia di Parkinson”.

Quali sono le terapie disponibili?

“Con una terapia farmacologica la RLS generalmente risponde bene; si inizia con una terapia con classi di farmaci di prima linea (gabapentinoidi e dopamino agonisti). L’obiettivo è ridurre o eliminare i sintomi e migliorare le funzioni diurne, il sonno e la qualità della vita. Infatti, tra le conseguenze comuni della sindrome delle gambe senza riposo ci sono insonnia, risvegli notturni, depressione e ansia: tutti fattori che, a lungo andare, compromettono inevitabilmente la qualità di vita”.