È bene sempre ricordarlo: chi pratica sport, sia a livello professionistico sia a livello dilettantistico, è soggetto a qualche rischio di infortunio, traumatico e no.
Scopriamo quali sono gli infortuni più ricorrenti per sportivi professionisti e dilettanti insieme al dottor Gennaro Fiorentino, responsabile dell’Unità Operativa di Ortopedia e Traumatologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
Gli infortuni possono riguardare più lo sportivo agonista o più quello dilettante?
«Per gli infortuni di natura traumatica non c’è una grossa differenza tra le due categorie. Gli infortuni traumatici degli agonisti derivano per lo più dalla pratica continua, praticamente “a tempo pieno” dello sport di cui sono specialisti. Per quanto riguarda i dilettanti, invece, i rischi di tipo traumatico sono dovuti al fatto di non essere del tutto allenati, per cui l’organismo può non essere in grado di sopportare le sollecitazioni cui viene sottoposto».
Gli infortuni non traumatici, invece, variano a seconda dell’intensità dell’attività sportiva?
«Sì, perché l’aspetto legato all’allenamento è preponderante. Questi tipi di infortuni – ci si riferisce in particolare agli strappi muscolari – colpiscono di solito con maggiore frequenza le persone che praticano sport a livello non agonistico, che curano con minore attenzione, rispetto agli sportivi professionisti, alcuni aspetti legati alla preparazione tendineo-muscolare».
Meglio dunque non fare sport per non incorrere in infortuni?
«Chi pratica sport sa che il rischio di incappare in un infortunio, più o meno grave, è sempre dietro l’angolo. Ma non per questo lo sport deve essere evitato, perché è comunque un’attività che fa bene in generale al nostro organismo, è movimento, è vita. Un’attività fisica costante ha aspetti positivi riconosciuti, aiuta ad esempio a diminuire la concentrazione di colesterolo nel sangue, per cui si può ben dire che per gli ipercolesterolemici lo sport può essere più utile di certi farmaci. In definitiva si può dire che non facendo sport, certo, si possono evitare molti infortuni. Ma la sedentarietà, quando è portata all’estremo, può provocare problematiche che possono essere anche più gravi degli specifici infortuni».