Stanchezza, risvegli in piena notte e difficoltà a concentrarsi. Se siamo reduci da un lungo viaggio verso Est o Ovest, la causa di questo malessere può essere il jet lag. A volte così difficile da reggere che può colpire profondamente la qualità delle nostre vacanze.
Il punto della questione è l’alternanza luce/buio che sperimentiamo ogni giorno e sulla quale il nostro orologio biologico si setta per garantirci il massimo riposo. A seguito di uno sposamento repentino, il corpo è ancora regolato sui tempi della località di partenza e vive una contraddizione: una mancata sincronizzazione tra i ritmi biologici interni e gli stimoli percepiti in cui buio e luce arrivano in momenti diversi.
Come attenuare i sintomi e affrontarlo nel modo migliore? L’abbiamo chiesto alla dottoressa Paola Merlo, responsabile dell’unità operativa di Neurologia in Humanitas Gavazzeni.
Dottoressa Merlo, cosa si intende per sindrome da jet lag?
“Il jet lag è un’alterazione dei ritmi circadiani a seguito di un rapido spostamento verso Est o Ovest di almeno due o tre meridiani. Quanto più ampio sarà lo spostamento, tanto più i disturbi saranno accentuati. Si parla propriamente di jet lag quando lo spostamento avviene lungo i meridiani e non sull’asse Nord-Sud, in quel caso è giusto parlare di travel fatigue, che ha caratteristiche simili, ma non è dovuta al ritmo circadiano”.
Cosa accade nel nostro organismo?
“A livello biologici è la secrezione della melatonina il vero problema. Questo ormone viene rilasciato nell’organismo durante la notte per garantire il massimo riposo, con un picco tra le due e le quattro di notte. Questa routine per l’organismo non si adatta immediatamente nel momento in cui cambiamo il fuso orario, ma occorrono alcuni giorni di recupero”.
Quanti giorni di preciso?
“Dipende. Si può ipotizzare un calcolo indicativo: spostandosi da Ovest verso Est i giorni necessari al recupero saranno pari ai due terzi dei fusi attraversati. Per esempio, andando in Giappone ci si sposta di otto ore, quindi occorreranno due o tre giorni per rimettersi in forma. Spostandosi da Est verso Ovest i giorni necessari al recupero saranno pari alla metà dei fusi attraversati“.
Come è possibile attenuare i sintomi del jet lag?
“Nei giorni precedenti al viaggio possiamo progressivamente ‘avvicinarci’ al fuso orario di destinazione, cominciando ad andare a letto un po’ prima e un po’ dopo. Ma attenzione, mai ridurre la quantità di sonno totale, altrimenti arriveremo già stanchi. Anche adattare l’orario dei pasti può essere molto utile, così come scegliere ciò che mangiamo: meglio pasti leggeri ed evitare sostanze eccitanti come caffè e tè. Il divieto resta valido anche dopo l’arrivo, dove per tirarci su proviamo a contrastare la stanchezza da jet lag con questi espedienti. Meglio concedersi un breve riposo quando il corpo lo richiede, non più di 20 o 30 minuti, in modo da non entrare nel sonno profondo. Per ritrovare la regolarità più in fretta possiamo usare la melatonina da prendere prima di andare a letto, altrimenti si può arrivare anche a prodotti farmacologici come benzodiazepine a emivita breve o altri farmaci che inducono il sonno”.