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Il potere curativo degli abbracci

Quante volte da bambini ci è stato detto “vieni qui che ti do un abbraccio e ti passa”? E crescendo non possiamo fare a meno di ripetere anche noi queste parole e questo gesto in cui racchiudere un potere curativo fatto d’amore, calore e vicinanza.

E’ solo suggestione o in quell’abbraccio è per davvero in grado di dare sollievo ad un malessere? Diversi studi hanno, in effetti, dimostrato che con gli abbracci si può rafforzare il sistema immunitario, difendersi dal raffreddore e ridurre i disturbi cardiaci. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Agnese Rossi, psicologa di Humanitas Gavazzeni.

Dottoressa Rossi, quali sono i “poteri” di un abbraccio?

“I poteri di questo gesto, apparentemente semplice ma dai grandi benefici, toccano corpo e mente e spaziano da importanti vissuti emotivi e relazionali, come lo scambio di emozioni intense, la rassicurazione, la trasmissione di affetto, a significative attivazioni neuroendocrine, in quanto attiva la produzione di neurotrasmettitori e ormoni che favoriscono il benessere psicofisico, rinforzando il sistema immunitario e riducendo ansia, paure e stress. Un abbraccio ci permette di affidarci all’altro e quindi anche di allentare le nostre rigidità e la tensione muscolare”.

Ha accennato a “sostanze” che si attivano in un abbraccio, quali di preciso?

“Attraverso il contatto di due corpi che si stringono, si stimola la produzione di endorfine, neurotrasmettitori che riducono la soglia del dolore e favoriscono la percezione del piacere e il benessere psicofisico. Viene stimolato l’ipotalamo a produrre l’ossitocina, ormone che riduce ansia e stress, rallenta il battito cardiaco, favorisce l’empatia e rafforza i legami affettivi e l’attaccamento; diminuisce inoltre la pressione sanguigna, riducendo il rischio di malattie cardiache e il rischio di infezioni, rinforzando il sistema immunitario e gli anticorpi che combattono virus e batteri. L’abbraccio inoltre riduce il cortisolo, l’ormone legato allo stress, aiutandoci ad affrontare le difficoltà con maggiore calma e consapevolezza, e infine stimola il rilascio di serotonina, neurotrasmettitore che, se carente, può causare insonnia, ansia e vissuti depressivi”.

In che modo gli abbracci difendono contro i raffreddori?

“C’è un interessante studio condotto nel 2014 all’Università di Pittsburgh dove sono state valutate circa 400 persone in base alla quantità e qualità degli abbracci che ricevevano quotidianamente. Sono stati poi esposti al virus del raffreddore e chi era abituato a scambiare abbracci ogni giorno con importante significato emotivo e di rinforzo sociale, si ammalava con minore frequenza e la guarigione era più rapida, a conferma di quanto il sistema immunitario possa essere rafforzato da questo gesto”.

Alcuni però non apprezzano gli abbracci

“Sì, alcune persone vivono l’abbraccio come fonte di disagio o addirittura lo temono e lo respingono. Essere toccati, entrare in contatto corporeo con l’altro può essere vissuto come minaccia, come invasione della propria sfera intima ed emotiva, di cui si teme di perdere il controllo. Questi disagi possono diventare vere e proprie fobie (aptofobia e afefobia), dove aprirsi alla corporeità dell’altro e mettere in gioco la propria mette a rischio l’integrità emotiva. Possono derivare da un attaccamento disfunzionale con le figure di riferimento nella prima infanzia, da traumi infantili o da contatti fisici percepiti come pericolosi o minacciosi. Per chi vive con sofferenza o disagio l’abbraccio, quindi, è importante analizzare i motivi in un percorso psicologico adeguato, così da riscoprire la bellezza e la potenza che questo gesto racchiude e che trasmette”.