Il nostro cuore può subire degli effetti negativi a causa del freddo invernale? Una domanda che molti si pongono, in questi giorni in cui le temperature sono molto rigide, e che giriamo agli specialisti del Centro Cardio di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
Esiste una relazione tra il freddo e i problemi di cuore?
«Di sicuro il clima proprio dell’ambiente in cui viviamo può influire sul funzionamento dei nostri organi. Per quanto riguarda l’apparato cardiovascolare, nello specifico, il freddo può determinare un aumento della pressione sanguigna dovuta alla vasocostrizione, cioè al restringimento dei vasi sanguigni che si attua al fine di garantire il regolare flusso di sangue a tutti gli organi vitali. In questo caso gli effetti negativi possono interessare soggetti che già soffrono di ipertensione, per cui è consigliabile non si espongano troppo al freddo e si coprano dunque sempre in modo adeguato».
I pericoli del freddo riguardano dunque le persone che soffrono di malattie legate al cuore?
«Soprattutto loro e i soggetti anziani. Il pericolo sorge dal fatto che, in presenza di grande freddo, il nostro corpo attua una serie di azioni che consentono di mantenere quanto più inalterata la temperatura dell’organismo. Sono situazioni che possono essere adeguatamente sopportate quando si è in presenza di un cuore sano, ma che possono generare problematiche quando vi siano patologie cardiovascolari in corso (nello specifico quelle legate alle coronarie), o qualora l’organismo sia debole».
Il freddo può provocare problemi al cuore anche per via indiretta?
«Sì, il freddo come sappiamo può agevolare l’insorgere di forme avanzate di polmonite, malattia che in un soggetto sano può essere debellata nel giro di qualche giorno anche ricorrendo all’assunzione degli antibiotici ma che in un paziente che soffre di disturbi al cuore, anche leggeri, o che ha un’età avanzata, può provocare un grave scompenso; e la situazione può anche essere tale da richiedere un ricovero in ospedale. Per questo il vaccino antinfluenzale deve sempre essere effettuato da tutte le persone a rischio, oltre che dai bambini e dagli anziani».