Chiudere una relazione sentimentale, superare il conseguente dolore e partire quindi alla ricerca di un nuovo partner. Tutto questo grazie a un meccanismo del cervello. Uomini e donne sono “programmati” per superare la fine di una storia d’amore. A sostenerlo è una ricerca della Saint Louis University pubblicato sulla rivista Review of General Psychology.
Il team è partito da analisi e ricerche di psicologia evolutiva allo scopo di indagare sulle diverse ragioni che spingono gli uomini e le donne a interrompere una relazione affettiva. In molti casi, si dice nella ricerca, gli uomini lasciano le compagne se queste sono state infedeli, mentre le donne sono spinte a troncare un rapporto d’amore per motivi sentimentali, ma spesso i motivi sono identici.
Gli studiosi, che hanno ribattezzato il meccanismo cerebrale da loro osservato “rimozione del partner”, hanno paragonato l’amore alla dipendenza dalle sostanze stupefacenti. Le diverse regioni del cervello si comportano in un modo tale che – una volta recisa la dipendenza – aiutano le persone a trovare un nuovo partner. Inizialmente un soggetto può cercare di riavvicinare il partner, ma se il tentativo fallisce, il cervello agisce in modo da correggere certe emozioni e determinati comportamenti, e preparare la persona a essere di nuovo attraente, pronta per una nuova relazione. A contare però, sono anche dei fattori ambientali e di natura genetica.
Il nostro cervello cerca il nostro benessere
«Quando si tratta di relazioni di coppia – sottolinea la dottoressa Agnese Rossi, psicoterapeuta dell’Ambulatorio di Psicologia e Psicoterapia di Humanitas Gavazzeni Bergamo – le dinamiche si complicano perché talvolta la difficoltà più grande nel porre la parola fine a una storia affettiva in modo meno traumatico possibile implica lo staccarsi da una serie di sicurezze costruite nel tempo con il partner, la paura del cambiamento, della perdita, il vissuto dell’abbandono. Non dimentichiamo poi che il nostro cervello di solito cerca il nostro benessere: se una relazione ci fa soffrire in modo profondo o ci ostacola nel nostro star bene, probabilmente è necessario mettere in atto qualche cambiamento al fine di tutelare la nostra salute psico-fisica».
Lasciare un partner e cercarne uno nuovo – sottolinea uno dei ricercatori – sarebbe come chiedere a chi è dipendente da una sostanza stupefacente di correggere per sempre questa abitudine. Nell’ambito dello studio, gli scienziati hanno proprio osservato le risonanze magnetiche di chi aveva smesso di assumere droga, osservando come fossero differenti da quelle di chi invece era ancora in uno stato di dipendenza.
«Come in ogni situazione di sofferenza emotiva, noi esseri umani abbiamo a disposizione delle preziose risorse interiori – di cui, a volte, non siamo consapevoli e che conosciamo solo in questi momenti – che ci consentono di dare senso al dolore, di elaborarlo e quindi di superarlo. Non sempre questi passaggi sono semplici e molto spesso richiedono tempi lunghi e fatiche psicologiche notevoli», conclude la specialista.