Ci risiamo, le vacanze sono finite, rieccoci a settembre e rieccoci a reiniziare la nostra vita e le nostre attività di tutti i giorni.
Un ritorno alla vita “normale” che però quest’anno proprio “normale” non è, visto che ancor oggi ci troviamo a convivere con il virus che a febbraio ha detto stop anche alla scuola. Per milioni di studenti, di ogni età, il ricominciare sarà ancora più difficile: torneranno sui banchi, anche se non tutti a tempo pieno, dopo tanti mesi di didattica a distanza e dovranno riuscire a recuperare anche dal punto di vista della capacità di concentrarsi e di memorizzare le lezioni. La stessa attenzione che deve essere riposta da tanti lavoratori che per lunghi mesi hanno lavorato dalla propria casa e oggi sono tornati a lavorare in ufficio o nei luoghi di lavoro abituali.
Un aiuto importante, da questo punto di vista, può venire dall’alimentazione, come ci spiega il dottor Claudio Macca, medico nutrizionista, responsabile di Nutrizione Clinica e Dietetica di Humanitas Gavazzeni Bergamo.
Come può influire, l’alimentazione, sulla nostra capacità di concentrazione?
«È sbagliato pensare che il cibo sia uno strumento miracoloso, in grado da solo di favorire la memoria e la concentrazione, in grado di produrre quasi un effetto doping su queste funzioni. Ma va sottolineato che una sana alimentazione, basata su una dieta mediterranea adottata già dalla prima infanzia, possa rappresentare la premessa di un corretto funzionamento, sviluppo e mantenimento di organi e apparati. E si deve ricordare che una buona alimentazione soddisfa i principi fondamentali dell’equilibrio del bilancio energetico e della giusta quantità e qualità dei macronutrienti – proteine, glucidi e lipidi – contenuti nella dieta».
Tra gli alimenti irrinunciabili c’è l’acqua…
«L’acqua è un alimento strategico per la salute del nostro organismo e la sua importanza è spesso a torto sottovalutata: nessun altro nutriente è più essenziale o necessario in quantità così alte. Per mantenere i reni in salute bisogna bere almeno mezzo litro di acqua al giorno. Sotto non si può andare: uno stato di disidratazione, anche moderato, influisce in maniera determinante sulla funzione di tutti gli organi del corpo. Per quanto riguarda in particolare l’aspetto cognitivo, la disidratazione contribuisce ad aumentare la concentrazione di soluti nel plasma, in particolare quella del sodio plasmatico, con riflessi negativi sia dal punto di vista cognitivo sia da quello della memoria e della vigilanza. Quindi mantenere il giusto apporto di acqua è importante anche per la salute del nostro cervello e della nostra performance mentale».
Si dice spesso che dal punto di vista dei risultati cognitivi sia molto importante la prima colazione, è davvero così?
«Sì, perché la colazione è un momento fondamentale di passaggio tra il digiuno notturno e l’attività quotidiana, compresa quella mentale. La colazione ha il compito di interrompere il digiuno breve che riguarda la notte e che inizia quando viene terminato l’assorbimento intestinale di quello che si è consumato durante la cena. Durante questo digiuno notturno il fegato assicura a organi e apparati, per primo al sistema nervoso centrale, una quota di zucchero proveniente dal suo patrimonio in glicogeno. Quando “saltiamo” la colazione è lo stesso fegato che provvede a sostituire lo zucchero che non assumiamo – fondamentale substrato energetico per il nostro organismo – con acidi grassi. Un’operazione che crea scompensi. Per questo la colazione è importante, per assumere le giuste dosi di carboidrati e zuccheri semplici e restituire al fegato quanto questo organo ha “dato” all’organismo durante la notte. Se poi nella nostra colazione ricca di frutta (fruttosio), aggiungiamo un alimento proteico ad alto valore biologico, come il latte o lo yogurt, ecco che attrezziamo l’organismo per fornire durante la mattinata una buona performance anche dal punto di vista della concentrazione e della memoria».
Importanti sono anche gli spuntini “spezza fame” di metà mattinata e metà pomeriggio. Quali caratteristiche devono avere?
«Anzitutto non devono essere un’occasione di eccessiva assunzione calorica, quindi non devono essere troppo ricchi né di zuccheri né di grassi saturi. Il che significa evitare pizzette, focacce troppo condite, patatine e consumare torte e merendine (meglio se fatte in casa) preferibilmente dopo avere sostenuto uno sforzo fisico o mentale. L’ideale è mangiare frutta di stagione o bere frullati o succhi estratti di frutta e verdura fatti in casa, oppure scegliere la frutta secca o qualche fetta di pane integrale con un velo di marmellata o di miele».