L’artrite psoriasica è una patologia infiammatoria di tipo autoimmune che colpisce le articolazioni e viene associata alla psoriasi. La maggior parte delle persone sviluppa prima la psoriasi e in seguito l’artrite, ma ci sono anche casi in cui avviene il contrario.
Quali sono i segnali che possono farci pensare a una patologia di questo tipo? Dolore, rigidità delle articolazioni e gonfiore che riguardano le articolazioni periferiche come mani, ginocchia, caviglie e piedi, le inserzioni dei tendini a livello delle ossa o la colonna vertebrale.
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Quanto è importante rivolgersi a un medico quando si manifestano i sintomi propri dell’artrosi psoriasica?
Risponde a questa e alle altre domande la dottoressa Marta Riva, reumatologa della Reumatologia Humanitas Gavazzeni e Humanitas Medical Care di Bergamo.
«È molto importante sottoporsi a una visita dal proprio medico o da uno specialista quando si soffre di psoriasi e si manifestano dolori alle articolazioni, perché se non si interviene nei giusti tempi la malattia può danneggiare molto gravemente le articolazioni, arrivando anche a causare una disabilità permanente. Con le terapie che abbiamo oggi a disposizione possono essere tenuti sotto controllo i sintomi che si evidenziano ed è possibile prevenire danni irreparabili alle articolazioni».
Chi cura l’artrite psoriasica? È materia che riguarda il solo reumatologo?
«Se ne occupa in prima istanza il reumatologo, ma non solo lui. Le attuali terapie – efficaci sulle varie componenti della malattia, tra cui pelle, occhio e intestino – rendono quasi indispensabile una collaborazione tra vari specialisti, così da ridurre anche il rischio di ritardi diagnostici o terapeutici che potrebbero essere dannosi per il paziente».
Come può essere curata l’artrite psoriasica?
«Non esiste una terapia unica, universale. Il metodo di cura viene stabilito caso per caso – sulla base della valutazione reumatologica e delle comorbilità associate –, e viene predisposto tenendo conto dello stato generale di salute del paziente, tenendo conto della presenza di altre malattie o di fattori di rischio di altro tipo. Ci si può affidare alle terapie topiche, cioè applicate direttamente sulla pelle, o si possono prevedere l’utilizzo di fototerapia, farmaci antinfiammatori, terapie immunosoppressive tradizionali e farmaci biotecnologici studiati in modo specifico per l’artrite psoriasica e da utilizzare per via sottocutanea, efficaci sia sulla componente cutanea sia su quella articolare. A tutti questi, si sono aggiunti oggi dei nuovi farmaci orali che vengono chiamati “piccole molecole”. E non è tutto: visto che questo tipo di artrite può provocare una perdita di massa ossea può essere eseguita una Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) per verificare che non ci sia presenza di osteoporosi, così da poter predisporre un piano di cura che preveda anche il trattamento di questa patologia».
Dottoressa Riva, nello specifico, qual è l’attività del reumatologo nella gestione dell’artrite psoriasica?
«Una volta eseguita la diagnosi, il reumatologo si occupa delle eventuali manifestazioni di carattere muscolo-scheletrico come artrite, dattilite, lombalgia ed entesite, valutandone l’andamento in relazione alla malattia attraverso l’esecuzione di esami clinici, esami di laboratorio e l’utilizzo, anche, di strumenti diagnostici come l’ecografia muscolo-scheletrica. La condizione specifica del paziente può anche richiedere l’esecuzione di accertamenti specifici di secondo livello – come ad esempio la risonanza magnetica nucleare – a seconda del coinvolgimento della malattia. Un monitoraggio continuo, quello messo in campo dal reumatologo, che permette di aggiustare in ogni momento, in base alla risposta clinica, la terapia adottata e che consente di intervenire in modo tempestivo in caso di comparsa di manifestazioni extra-articolari, con invio rapido allo specialista competente, con cui è in atto una collaborazione continua».