In che cosa consiste il trattamento chirurgico della lesione del menisco?
L’asportazione del menisco (meniscectomia) comporta un danno a carico di quella parte del ginocchio che ne resta privo: nel corso degli anni la cartilagine che riveste le superfici articolari si usura, si frammenta e viene progressivamente distrutta dando origine a un processo infiammatorio cronico che si chiama artrosi, che si evidenzia dopo 20, 25 anni dalla meniscectomia.
Il menisco va salvaguardato il più possibile. Per questo, nel corso degli anni, da interventi di asportazione totale si è passati a interventi meno demolitivi (meniscectomie selettive).
Inoltre, tanto più il paziente è giovane tanto più si deve conservare il patrimonio biologico, per cui sono stati introdotti metodi per la ricostruzione e sutura meniscale. Questi interventi conservativi possono essere eseguiti se il menisco ha una rottura recente e traumatica, richiedono tempi di guarigione più lunghi ma preservano il ginocchio da futuri danni artrosici.
Nei casi malaugurati in cui sia necessario asportare il menisco in un paziente giovane, si deve considerare l’opzione terapeutica di sostituzione con un menisco artificiale (scaffold) o con un trapianto da donatore.
Tutti gli interventi di chirurgia meniscale si avvalgono di tecniche artroscopiche e miniinvasive, che riducono l’impatto sul paziente in termini di diminuzione della degenza, del dolore e dell‘invalidità temporanea.