La cladribina è un antineoplastico (antitumorale), nello specifico un farmaco citotossico – quindi capace di danneggiare le cellule fino a provocarne la morte – analogo della purina, che è tra le sostanze chimiche fondamentale di cui è costituito il DNA.
Introdotta nell’organismo, la cladribina viene convertita nei linfociti in una sostanza chimica capace di intervenire nella produzione di nuovo DNA, impedendo la divisione cellulare e rallentando la progressione della malattia.
A che cosa serve la cladribina?
La cladribina è utilizzata per curare la laucemia a cellule capellute, un tipo di cancro che viene causato da una produzione incontrollata di linfociti B, un tipo di globuli bianchi.
Come si assume la cladribina?
La cladribina viene assunta per infusione endovenosa.
Quali effetti collaterali ha l’assunzione cladribina?
Tra gli effetti collaterali dovuti all’assunzione di cladribina, ci sono: infezioni, mielosoppressione (diminuzione numerica de gli elementi figurati del sangue), porpora, immunosoppressione (indebolimento del sistema immunitario), vertigini, diminuzione dell’appetito, respirazione anomala, vomito, nausea, tosse, diarrea, stitichezza, eruzione cutanea, affaticamento, febbre, brividi e debolezza.
Quali sono le controindicazioni all’uso di cladribina?
La somministrazione di cladribina non deve essere effettuata:
- nei pazienti che potrebbero essere ipersensibili a questo principio attivo
- nei pazienti con età inferiore ai 18 anni
- nei pazienti che soffrono di malattie a carico di reni o fegato di entità da moderata a grave
- nel corso della gravidanza o dell’allattamento
- nei pazienti che sono già in cura con altri medicinali che riducono la produzione di cellule ematiche.
Nei pazienti con età maggiore ai 65 questo farmaco deve essere somministrato con cautela, effettuando frequenti controlli a fegato, reni e sangue.
Avvertenza
Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico.