Il sistema immunitario costituisce la prima linea di difesa dell’organismo, il meccanismo di risposta rapida contro l’attacco degli agenti patogeni. Avere difese immunitarie deboli, quindi, significa essere più esposti a malattie e a infezioni.
Ad influire su questo meccanismo di difesa è il microbiota, cioè la flora batterica intestinale, che svolge diverse e importanti funzioni tra cui regolare la funzionalità dell’intestino e proteggere dalle infezioni. Un’alterazione dell’equilibrio qualitativo e quantitativo della flora batterica può abbassare le difese immunitarie e rendere l’organismo più esposto ad attacchi microbici.
L’alterazione del microbiota si manifesta generalmente con sintomi localizzati a livello gastrointestinale, quali gonfiore addominale, cattiva digestione, flatulenza, ma anche sintomi aspecifici, come disturbi del sonno, cambiamenti dell’umore. Negli ultimi anni numerose ricerche hanno dimostrato anche una correlazione tra la disfunzionalità del microbiota e la comparsa di altre malattie e condizioni sistemiche quali l’obesità, patologie metaboliche e disturbi neurologici.
Dunque, per salvaguardare la salute dell’organismo è bene potenziare e rafforzare il sistema immunitario. Ma in che modo possiamo farlo? Adottando uno stile di vita salutare e soprattutto un’alimentazione sana ed equilibrata che si combini con una regolare attività fisica.
Ne parliamo con il dottor Claudio Macca, dietologo e nutrizionista clinico, Responsabile del Servizio di Dietetica e Nutrizione Clinica presso Humanitas Gavazzeni di Bergamo, e consigliere nazionale ADI (Associazione Italiana di dietetica e nutrizione clinica).
Perché salvaguardare l’equilibrio del microbioma è fondamentale per la salute dell’organismo?
«Il microbiota intestinale può contribuire alla salute metabolica dell’ospite umano e, se alterato, contribuisce alla patogenesi di vari disordini metabolici comuni, come obesità, diabete di tipo 2, malattie epatiche non alcoliche, malattie cardiovascolari, malattie metaboliche e malnutrizione. I cambiamenti nella struttura e composizione del microbiota hanno una grande influenza sulla salute dell’individuo e lo stato di malattia: la comprensione dell’asse cervello-microbiota-intestino-fegato permette una migliore comprensione del ruolo del microbiota nell’induzione di gravi infezioni (ad es. Covid-19) e malattie non infettive (ad es. diabete, neoplasie e disturbi del SNC). Infatti la barriera della mucosa intestinale è una dei principali strumenti di difesa dell’organismo. Nell’intestino la funzionalità di barriera è supportata dalla somministrazione di probiotici, che non solo migliora l’efficienza della barriera intestinale ma previene anche l’invasione di agenti patogeni intestinali. Anche minimi cambiamenti nella composizione del microbiota intestinale hanno quindi grandi conseguenze e influenzano il futuro sviluppo di malattie gravi come gravi infezioni virali ad esempio il Covid-19».
È vero che determinati alimenti, se assunti con regolarità, sono in grado di rafforzare le difese immunitarie? Viceversa, altri possono indebolirlo?
«Solo l’adozione quindi di un modello alimentare sano e a lungo termine giova alla salute umana. Certamente, ci sono prove considerevoli che il cibo e le sostanze nutritive che consumiamo influiscono sul funzionamento del nostro sistema immunitario. Lo stato nutrizionale può impattare significativamente sulla salute generale di un individuo, sulla riduzione di malattie come obesità, ipertensione, malattie cardiovascolari, cancro, e su una ridotta suscettibilità allo sviluppo di infezioni; non esiste tuttavia un alimento unico che dimostri di prevenire le infezioni, ma esistono varie diete e nutrienti. La dieta quindi merita attenzione e una ricerca significativamente maggiore. Per la sua sicurezza e facilità di applicazione, l’alimentazione può, dunque, avere un ruolo chiave nella sfida a mantenere in salute le persone sane».
Quali tipi di diete hanno un impatto sfavorevole sulla salute?
«Tra gli esempi negativi di diete con impatto sfavorevole sulla salute vi è in primo piano quella che viene definita “Western Diet” (o Dieta del mondo occidentale), caratterizzata da alto consumo di cibi trasformati, come cereali raffinati, salumi e carni rosse, dessert e dolci, cibi fritti e prodotti ricchi di grassi, elevata assunzione di zuccheri, grassi saturi, carboidrati. La Western Diet si associa a iperglicemia, iperlipidemia, diabete mellito di tipo II e obesità, e, non ultima, è stata descritta di conseguenza, una maggiore esposizione e rischio di gravi complicanze del Covid-19».
Quali tipi di diete hanno, al contrario, effetti benefici sulla salute?
«Una dieta che, a tutt’oggi, viene riconosciuta come salutistica e protettiva verso ogni tipo di malattia, è la Dieta Mediterranea, caratterizzata da elevato consumo di frutta, verdura, pane e altri cereali, patate, fagioli, noci e semi, olio d’oliva come importante fonte di grassi monoinsaturi, moderato consumo di prodotti lattiero-caseari, di pesce, pollame, carne rossa (in basse quantità), uova fino a quattro volte a settimana, vino (specie rosso) da basse a moderate quantità (e solo durante i pasti). Tra i cibi protettivi e consigliati contenuti nella Dieta Mediterranea è bene fare un focus sull’olio d’oliva. Dall’olio passiamo alla frutta e alla verdura, altri alimenti centrali nella Dieta Mediterranea. Con la fibra alimentare contenuta in frutta e verdura, infine, è stato dimostrato che si ha una minore incidenza di traslocazione batterica attraverso la barriera intestinale, modulando così anche la funzione immunitaria».
Può farci un esempio di come organizzare il menù giornaliero?
«Una dieta “sana” è principalmente una dieta adeguata ai fabbisogni calorici e nutrizionali di un individuo, che dovrà avere anche uno stile di vita coerente con le ben note indicazioni salutistiche: evitare i pasti copiosi, ridurre moderatamente la quota calorica serale, fare colazione, se possibile assumere spuntini a metà mattina e metà pomeriggio, compendiandoli con una modesta riduzione della quota calorica a pranzo e a cena, attuando una dieta bilanciata, con carboidrati proteine e lipidi ad ogni pasto principale, ma anche introducendo adeguate quantità di acqua e liquidi, praticando attività fisica aerobica e anaerobica, dormire un adeguato numero di ore ogni giorno (non meno di 7 ore per notte), evitare il più possibile l’uso continuato di zuccheri semplici, alcool (semmai sempre in piccole quantità e solo ai pasti), evitare superalcoolici, fumo e droghe».
(Articolo tratto dall’intervista pubblicata il 28 dicembre 2021 sul quotidiano online “Today Benessere” della giornalista Barbara Fiorillo).