Lo scompenso cardiaco deve essere trattato attraverso livelli di approccio multidisciplinare. Anzitutto è necessario intervenire sullo stile di vita e sulle abitudini alimentari riducendo il livello di stress, smettendo di fumare, svolgendo una costante attività fisica moderata e moderando il consumo di sale.
Terapia farmacologica
Dal punto di vista farmacologico, la condizione dovuta a uno scompenso cardiaco può richiedere l’utilizzo di diversi farmaci associati tra loro. Nel caso in cui i farmaci non siano sufficienti o non siano ben tollerati dal paziente, può essere necessario ricorrere a una terapia elettrica che, nelle fasi più avanzate dello scompenso e in presenza di aritmie ventricolari che possono essere molto pericolose per la vita, ha l’obiettivo di ristabilire la resincronizzazione cardiaca (CRT).
Terapia elettrica
Questo trattamento prevede l’utilizzo di pacemaker biventricolari CRT-P o di defibrillatori biventricolari CRT-D – scelti dal medico cardiologo in base alla situazione clinica del singolo paziente –, il cui compito è quello di inviare piccoli impulsi elettrici ai ventricoli del cuore in modo tale che tornino a “battere” in maniera più coordinata, cioè in sincronia tra loro.
Cardiochirurgia
Quando lo scompenso cardiaco deriva da un problema alle valvole del cuore o comunque è aggravata dal cattivo funzionamento di queste, può divenire necessario intervenire chirurgicamente, con un intervento volto a riparare o a sostituire la valvola che risulta essere difettosa o, nei casi contraddistinti da uno scompenso cardiaco grave e irreversibile, prevedendo addirittura un trapianto completo del cuore.
Qual è l’area medica di riferimento per i trattamenti dello scompenso cardiaco?
Per maggiori informazioni sui trattamenti dello scompenso cardiaco, vedere Il Centro Cardio , l’Unità Operativa di Cardiochirurgia e l’Unità Operativa di Elettrofisiologia di Humanitas Gavazzeni Bergamo.