La radioterapia nella cura del tumore al seno
La radioterapia consiste nell’uso di radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule neoplastiche. Nelle pazienti affette da tumore al seno, la radioterapia viene generalmente utilizzata dopo la chirurgia per eliminare eventuali cellule tumorali residue e ridurre pertanto il rischio di una recidiva loco-regionale. La radioterapia è in genere raccomandata nei casi in cui:
- il trattamento del cancro della mammella prevede una chirurgia conservativa come la quadrantectomia
- il tumore ha un diametro maggiore di 5 centimetri al momento della mastectomia
- in ogni caso, quando le cellule neoplastiche sono presenti in molti linfonodi.
L’irradiazione, a seconda dei casi, può quindi riguardare la mammella residua, la parete toracica e le stazioni linfonodali di drenaggio, tipicamente i linfonodi della regione sovraclaveare, a volte anche quelli della catena mammaria interna.
Anche per quanto riguarda il carcinoma della mammella, la radioterapia è oggetto di una grande evoluzione clinica e tecnica, che ha portato ad esempio all’introduzione di trattamenti che utilizzano l’IMRT – la radioterapia a intensità modulata del fascio – specie quando si debbano risparmiare dall’irradiazione quote consistenti di cuore e polmoni o si utilizzi la tecnica del “boost” simultaneo e l’introduzione del cosiddetto ipofrazionamento, per cui la stessa dose radiobiologicamente efficace viene erogata in un numero inferiore di frazioni.
La grande parte delle mammelle sottoposte a quadrantectomia oggi Humanitas Gavazzeni viene trattata in quattro settimane e non più in sei, grazie a un alterato frazionamento della dose che risulta efficace e non più tossico di quello convenzionale.