Che cosa sono gli antitiroidei?
Gli antitiroidei sono farmaci utilizzati per inibire l’attività della tiroide quando si è in presenza di ipertiroidismo.
Alla famiglia di questi farmaci appartengono:
- la diiodotirosina, che agisce inibendo il passaggio in circolo degli ormoni tiroidei
- le tionamidi, come il metimazolo, che riducono la sintesi degli ormoni tiroidei, impedendone la trasformazione dello iodio in circolo nell’organismo (ioduro) nella forma che può essere utilizzata per la loro produzione (iodio libero)
- i sieri antitiroidei, il cui uso sta cadendo in disuso perché si ritiene esercitino un semplice effetto placebo.
Come si assumono gli antitiroidei?
L’assunzione di farmaci antitiroidei deve sempre essere conseguenza di una prescrizione medica. L’individuazione delle dosi in grado di ristabilire l’equilibrio degli ormoni tiroidei può richiedere un tempo più o meno lungo.
I primi effetti della terapia sono evidenti solo dopo 10-14 giorni di trattamento mentre per giungere a una stabilizzazione dei livelli ormonali occorre aspettare dalle 4 alle 8 settimane.
Controindicazioni degli antitiroidei?
I farmaci antitiroidei in genere non hanno controindicazioni. Ci sono però casi in cui si manifestano alcuni sintomi tra cui: sfoghi cutanei, fastidi allo stomaco, prurito, mal di testa e dolore alle articolazioni.
Molto raramente questi farmaci incidono negativamente sulla produzione degli elementi del sangue, compresi i globuli bianchi che sono necessari per combattere le infezioni e le piastrine che sono necessarie per la coagulazione.
È dunque consigliabile avvisare il medico in caso di “segnali” come mal di gola, emorragie o lividi inspiegabili, ulcere nel cavo orale, febbre o rash-cutaneo. Il medico deve essere avvisato anche in caso di gravidanza o se si stanno assumendo farmaci di altro genere.
I principali farmaci antitiroidei
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