La granseola è un crostaceo che vive nel Mar Mediterraneo e nell’Oceano Atlantico e che simile a un granchio di grosse dimensioni: il suo corpo centrale può misurare anche 20 cm.
In Italia è diffusa soprattutto nel mar Adriatico e nella laguna veneta, tanto che il suo nome deriva dalla fusione delle parole venete “granso” e “seola”, cioè granchio cipolla.
Il suo nome può variare a seconda della regione in cui viene pescato: in Liguria “faolo” o “grittun”, in Friuli venezia Giulia “granzo”, in Toscana “margherita”, in Sardegna “marmottam pilargiu”, in Puglia “suenne” e in Sicilia “tarantula”.
Quali sono le proprietà nutrizionali della granseola?
In 100 grammi di granseola c’è un apporto di circa 80 calorie. Nella stessa quantità sono inoltre presenti:
- circa 80 g di acqua
- 1,80 g di carboidrati
- 15,10 g di proteine
- 0,90 g di lipidi
- 320 mg di fosforo
- altri minerali (potassio, sodio).
Quando non bisogna mangiare granseola?
Non si conoscono interazioni tra il consumo di granseola e l’assunzione di farmaci o di altre sostanze. In presenza di dubbi si consiglia di rivolgersi al proprio medico.
Quali sono i possibili benefici della granseola?
Il consumo di granseola rifornisce l’organismo di proteine di buona quantità senza caricarlo di troppi grassi.
Aiuta a soddisfare il fabbisogno di fosforo, importante per ossa e denti, e di potassio, utile a ridurre il rischio cardiovascolare.
Quali sono le controindicazioni della granseola?
Come tutti i crostacei, anche la granseola è fonte di colesterolo e contiene quantità elevate di sodio. Per questo è utile non abusare del suo consumo per non correre il rischio di mettere in pericolo la salute di cuore e arterie: il colesterolo si deposita sulle pareti delle arterie e aumenta il rischio di aterosclerosi mentre il sodio aumenta la ritenzione idrica promuovendo ipertensione ed edemi.
Disclaimer
Le informazioni riportate rappresentano indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico. Per garantirsi un’alimentazione sana ed equilibrata è sempre bene affidarsi ai consigli del proprio medico curante o di un esperto di nutrizione.