Che cos’è l’infiammazione?
L’infiammazione è un meccanismo di difesa, proprio dell’immunità innata che si genera quando c’è presenza di agenti patogeni e di un danno dei tessuti che può essere di tre tipi
- chimico, per assunzione di veleni
- fisico, a seguito di traumi o per essere stati esposti a radiazioni o a temperature alte o basse
- biologico, per attacco di virus o di batteri.
Il meccanismo dell’infiammazione ha l’obiettivo di eliminare la causa che ne è alla base, di riparare le lesioni che riguardano i tessuti e di ristabilire, attraverso l’intervento risolutivo di cellule difensive, la normale funzionalità dell’organismo.
Perché avviene l’infiammazione?
Il meccanismo di difesa dell’infiammazione viene messo in atto dall’organismo quando si è in presenza di lesioni o di infezioni, per localizzare ed eliminare l’agente nocivo oltre che per rimuovere le parti di tessuto danneggiato, promuovendone la guarigione.
In particolare, la risposta all’attacco portato dall’infiammazione consiste in un cambiamento del flusso sanguigno, in un aumento della permeabilità dei vasi sanguigni e in una migrazione di proteine, fluidi e globuli bianchi verso la parte di tessuto in cui si è verificato il danno.
In base alla sua durata, l’infiammazione può essere considerata:
- acuta, quando dura solo pochi giorni e provoca sintomi in genere temporanei, che scompaiono quando la risposta infiammatoria ha avuto buon esito, come il mal di gola o il prurito (ad esempio a seguito della puntura di un insetto)
- cronica, quando la sua durata è protratta nel tempo e può essere causata da un difetto dei meccanismi di regolazione della risposta infiammatoria o quando la capacità dell’organismo di eliminare l’agente nocivo risulta essere compromessa. È il caso, ad esempio, di una reazione allergica, in cui il polline, in genere innocuo, stimola l’infiammazione e le reazioni autoimmuni in chi ne è soggetto.
Da che cosa può essere causata un’infiammazione?
Un’infiammazione può essere causata da microorganismi, sostanze chimiche, agenti fisici, morte dei tessuti o risposte immunologiche inadeguate.
Tra gli stimoli più comuni ci sono virus e batteri. I virus distruggono le cellule del corpo, i batteri rilasciano le endotossine. Altre possibili cause sono: traumi fisici, radiazioni, ustioni, congelamento, oppure il contatto con sostanze chimiche come acidi, agenti ossidanti o alcali.
Può essere anche causata da un calo del flusso sanguigno in un’area specifica dell’organismo.
Quali sono i sintomi dell’infiammazione?
L’infiammazione si manifesta in genere con sintomi come:
- rossore, che deriva dalla dilatazione dei vasi sanguigni presenti nella zona colpita
- dolore, provocato dalla distorsione subita dai tessuti a causa del gonfiore, ma anche a seguito dell’azione di alcuni mediatori chimici dell’infiammazione, come la serotonina, la bradichinina e le prostaglandine
- calore, causato dall’aumento del flusso sanguigno nella parte interessata, avvertito nelle sole parti esterne del corpo, sulla superficie della pelle
- gonfiore, o edema, provocato soprattutto dall’accumulo di liquidi all’esterno dei vasi sanguigni.
Una condizione tipica dell’infiammazione è quella dell‘incapacità di muovere la parte infiammata, a causa del dolore o del gonfiore che la riguarda.
Che cosa avviene durante il processo di guarigione?
Durante il processo di guarigione le cellule danneggiate che sono in grado di proliferare si rigenerano.
Non tutte le cellule sono in grado di rigenerarsi. Quando da parte di queste c’è un’incapacità di portare a termine la completa rigenerazione – in genere dovuto al fatto che il tessuto da ricostruire ha una struttura complessa – si forma una cicatrice fibrosa.
Quando l’agente che ha causato l’infiammazione è difficile da eliminare si ha formazione di pus (suppurazione), un liquido viscoso costituito soprattutto in presenza di infezioni dovute a batteri come lo streptococco e lo stafilococco. Una volta formato, il pus viene circondato da una membrana e dà origine a una struttura chiamata ascesso, praticamente inaccessibile agli anticorpi e agli antibiotici e per questo molto difficile da curare.
A volte l’ascesso può essere trattato solo con un’incisione chirurgica, cui vanno seguito azioni di drenaggio. Altre volte l’ascesso esplode spontaneamente, come le bolle. Una volta eliminato il pus la cavità ascessuale collassa e attraverso il processo di riparazione eseguito dalle cellule, il tessuto danneggiato viene rigenerato.
Non sempre è possibile eliminare del tutto l’agente che ha causato l’infiammazione ed è anche possibile che ci siano interferenze nel processo di guarigione. In questi casi si può generare un’infiammazione cronica, la cui durata e i cui effetti variano a seconda della capacità dell’organismo di intervenire sul danno.
L’infiammazione cronica può essere provocata, inoltre, da organismi infettivi capaci di resistere alle azioni di difesa messe in campo dall’organismo, come i funghi o come materiali come schegge di metallo o di legno e polvere di silice.