Il rabarbaro è una pianta di cui si utilizzano le radici e la parte sotterranea del fusto – in cui son presenti varie molecole che sono dotate di una potenziale azione farmacologica – per preparare fitoterapici.
Tra queste ci sono le sennosidi, dall’effetto lassativo, e l’emodina, che agisce influenzando la motilità del tratto gastrointestinale.
Inoltre, i principi attivi del rabarbaro sembrano esercitare un’azione antimicrobica, agire in modo positivo sui livelli di colesterolo, promuovere l’eliminazione di batteri e tossine, agevolare il flusso di sangue nella mucosa dell’intestino e ridurre la permeabilità della stessa mucosa.
A che cosa serve il rabarbaro?
Il rabarbaro viene utilizzato per varie problematiche, tra cui: herpes labiale, emorragie gastriche, insufficienza renale, diarrea, costipazione, bruciori di stomaco, facilitazione dei movimenti intestinali in caso di emorroidi e di ragadi anali.
Come si assume il rabarbaro?
Il rabarbaro viene assunto per via orale sotto forma di estratto secco. In trattamento sperimentale per l’herpes labiale prevede un utilizzo topico, con una crema a base di rabarbaro e salvia da utilizzare durante il giorno ogni 2 o 4 ore, per 10-14 giorni.
Quali effetti collaterali ha l’assunzione di rabarbaro?
Non vengono associati a gravi effetti avversi all’assunzione di rabarbaro. Un problema che si può però manifestare è l’aggravamento di diarrea o di costipazione.
Quali sono le controindicazioni all’uso di rabarbaro?
È consigliabile non assumere rabarbaro in caso di: mal di stomaco inspiegabile, appendicite, malattie infiammatorie dell’intestino, malattie renali, problemi epatici, ostruzioni intestinali.
Il rabarbaro, inoltre, può:
- interagire con la digossina, aumentandone la tossicità
- aggravare le carenze di potassio se assunto insieme a diuretici, corticosteroidi e radice di liquirizia
- potenziare l’effetto dei lassativi stimolanti
- potenziare gli effetti negativi dei farmaci pericolosi per il fegato
- interferire con l’assorbimento dei farmaci che vengono assunti per via orale
- aumentare il rischio di emorragia in chi assume warfarin.
Attenzione alle foglie della pianta di rabarbaro: contengono acido ossalico in una quantità sufficiente a renderle velenose.
Avvertenza
Le informazioni riportate sono indicazioni generali e non sostituiscono in alcun modo il parere medico.