Che cosa sono le vertigini?
Si è soggetti a vertigini quando, pur stando fermi, si tende a sbandare in seguito a più o meno intense sensazioni di movimento rotatorio e oscillatorio.
Queste sensazioni di movimento tendono ad acuirsi quando si muove la testa, si cambia posizione, ci si soffia il naso o si tossisce. Le vertigini possono presentarsi a più riprese e durare pochi secondi, alcune ore o anche intere giornate.
Con quali altri sintomi in genere si accompagnano le vertigini?
Le vertigini possono accompagnarsi a mal di testa, nausea, vomito, forte sensibilità a luce e rumori, sudori, debolezza, aumento della frequenza cardiaca e difficoltà a parlare e difficoltà a degluttire (disfagia).
Quali sono le cause delle vertigini?
Le vertigini sono spesso conseguenza di infiammazioni o accumuli di calcio nelle orecchie, traumi subiti alla testa o attacchi ischemici. Possono anche essere conseguenti all’utilizzo di alcuni farmaci.
Le vertigini possono essere causate anche da alcune patologie, tra le quali ci sono: anemia, aterosclerosi, botulismo, emicrania, ictus, intossicazione da monossido di carbonio, ipertensione, ipertrofia ventricolare, labirintite, otite, sclerosi multipla, sifilide, sindrome di Ménière e vene varicose.
Quali sono i rimedi contro le vertigini?
I rimedi per le vertigini sono collegati alle cause che ne sono alla base. Nel caso di accumulo di calcio può essere sufficiente imparare dal medico alcuni lievi movimenti della testa, da ripetere in casa alla mattina appena svegli e durante la giornata.
Per i casi più gravi può invece essere necessario intraprendere un trattamento farmacologico a base di antistaminici, sedativi o medicinali contro la nausea.
In alcuni casi può rendersi utile anche una terapia riabilitativa volta alla riacquisizione dell’equilibrio.
Vertigini, quando rivolgersi al proprio medico?
È sempre meglio rivolgersi al proprio medico quando le vertigini sono accompagnate da mal di testa, febbre alta, debolezza diffusa, svenimento, dolore al petto, problemi a vista e udito, vomito.
E quando il paziente ha un’età avanzata, ha subito in passato un ictus o ha un elevato rischio cardiovascolare verificato in precedenti visite mediche specialistiche.