Che cos’è e a che cosa serve lo shunt cerebrale?
Lo shunt cerebrale è un piccolo dispositivo di drenaggio, formato in genere da una valvola e due cateteri, che viene posizionato nel ventricolo cerebrale con l’obiettivo di drenare verso altri distretti corporei un’eventuale quantità di liquido cerebrale in eccesso.
Il suo utilizzo è richiesto nel trattamento di pazienti che sono affetti da idrocefalo, condizione patologica che è caratterizzata, appunto, da un aumento del volume del cervello dovuta a una presenza eccessiva di liquido cerebrospinale.
Come funziona lo shunt cerebrale?
Lo shunt cerebrale viene impiantato nel ventricolo cerebrale con un intervento di neurochirurgia che viene eseguito in anestesia totale. L’intervento prevede la pratica di un incisione sul cuoio capelluto e l’esecuzione di un foro nel cranio e di alcune piccole aperture sul rivestimento cerebrale, così da accedere al ventricolo cerebrale tramite un catetere.
Un secondo catetere viene posizionato in modo tale che raggiunga l’addome dopo essere passato per il torace e il collo, con accesso dietro l’orecchio. Proprio dietro l’orecchio viene eseguita un’altra incisione attraverso cui viene inserito lo shunt che verrà collegato con i due cateteri.
Ogni volta che c’è un eccessivo accumulo di liquido cerebrospinale e quindi un aumento della pressione interna al cranio la valvola dello shunt si apre e permette al liquido in eccesso di drenare nel torace o nell’addome, diminuendo la pressione intracranica.
Lo shunt cerebrale è pericoloso o doloroso?
Il posizionamento dello shunt cerebrale comporta i rischi che sono propri di tutti gli interventi chirurgici in anestesia generale. Si tratta però di una procedura rodata e per questo viene considerata sicura.
Durante l’intervento di posizionamento il paziente non avverte alcun dolore perché, come sottolineato, sottoposto ad anestesia totale.