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Cefalea a grappolo


Che cos’è la cefalea a grappolo?

La cefalea a grappolo è una forma di mal di testa cosiddetta primaria, che si forma cioè in modo indipendente e non è conseguenza di altre patologie. Rimane ancora oggi una forma non completamente definita nei suoi meccanismi patogenetici, con caratteristiche cliniche altamente specifiche e con prevalenza nel sesso maschile. Insorge in genere fra la seconda e la quarta decade di vita.

Nella sua forma più tipica, definita episodica, è caratterizzata da periodi attivi o grappoli (cluster) di cefalea e fasi di remissione. Nelle forme episodiche i periodi attivi possono avere una durata variabile da 2 settimane a un anno con fasi di remissione superiori a 14 giorni. Durante i grappoli le crisi del dolore sopraggiungono quotidianamente, con frequenza variabile da una crisi a giorni alterni fino ad anche 8 crisi al giorno, con orari fissi.

La cefalea a grappolo cronica, invece, è caratterizzata da periodi attivi, con presenza di dolore di durata superiore a 1 anno senza remissione o con periodi di remissione molto brevi.

Quali sono le cause della cefalea a grappolo?

La genesi della cefalea a grappolo non è ancora del tutto chiara, è certo però che ha caratteristiche cliniche molto specifiche e colpisce in prevalenza gli uomini tra i 20 e i 40 anni.

Quali sono i sintomi della cefalea a grappolo?

La cefalea a grappolo è contraddistinta da un dolore molto intenso, con caratteristiche lancinanti e trafittive, che si sviluppa in attacchi di breve/medio durata, dai 20 minuti alle 3 ore, che hanno una frequenza giornaliera o plurigiornaliera (più attacchi ogni giorno) e un’insorgenza iniziale acuta.

Il dolore si sviluppa di prevalenza in un lato solo della testa, all’altezza della zona orbitaria e/o preorbitaria. In casi rari il dolore può essere diffuso anche in zona temporale, cioè in corrispondenza delle tempie.

Al dolore si possono associare altri sintomi come: lacrimazione, rinorrea, ostruzione nasale, sudorazione eccessiva (iperidrosi) su fronte e faccia, edema palpebrale, miosi (diminuzione del diametro della pupilla) e inquietudine diffusa che porta ad agitazione e incapacità a stare fermi. 

Come si può diagnosticare la cefalea a grappolo?

La cefalea a grappolo può essere diagnosticata nell’ambito di una visita neurologica in seguito a esame neurologico che valuta tra l’altro il diametro della pupilla e la presenza o meno di edema palpebrale. A seconda del singolo caso – riconoscibile dal tipo di dolore, dalla sua intensità, dalla sua frequenza e dalla zona della testa interessata – lo specialista potrà fissare ulteriori esami, TAC e risonanza magnetica, al fine di escludere cause più gravi del mal di testa.

Come viene curata la cefalea a grappolo?

La cefalea a grappolo, come le altre forme di cefalea, può avere due tipi di trattamento.

Il primo è un trattamento sintomatico mirato all’estinzione della crisi o delle crisi, il secondo è un trattamento di profilassi volto a ridurre la durata degli episodi e a prevenirne la cronicizzazione.

In entrambi i casi l’approccio più efficace è di natura farmacologica, anche se per quanto riguarda il trattamento sintomatico è considerata particolarmente efficace l’inalazione di O2.

Un approccio non farmacologico spesso adottato prevede la riorganizzazione della ritmicità dei “sistemi biologici”, attraverso esposizione protratta alla luce intensa o con manipolazione del ciclo sonno-veglia.