Che cosa sono i linfomi?
I linfomi sono tumori che coinvolgono il sistema linfatico, in particolare i linfociti, le cellule preposte alle difese contro le infezioni.
I linfociti si trovano nei linfonodi – o ghiandole linfatiche –, nella milza, nel timo e nel midollo osseo.
In genere il linfoma interessa queste aree, ma in circa la metà dei casi, quando lo stadio della malattia è avanzato, ci può essere il coinvolgimento di organi extranodali come, ad esempio, il fegato.
Si distinguono due categorie di linfomi:
- il linfoma di Hodgkin, tumore che tende a coinvolgere gruppi di linfonodi vicini tra loro, presentandosi in genere con l’ingrossamento dei linfonodi del collo e/o del torace. Non è molto diffuso: il tasso di incidenza annuale in Italia si attesta su 3-4 casi ogni 100mila abitanti e si sviluppa in maggioranza tra giovani soggetti di sesso maschile
- i linfomi non Hodgkin, che tendono a coinvolgere tutto l’organismo e sono più difficili da curare, anche se specialmente in quest’ambito negli ultimi anni la medicina ha fatto passi da gigante. Hanno un’incidenza cinque volte superiore a quella dei linfomi di Hodgkin e rappresentano il 3% di tutte le neoplasie.
Quali sono le cause dei linfomi?
Il linfoma di Hodgkin ha due picchi di incidenza, uno attorno ai 30 anni e uno attorno ai 70 anni. Tra i fattori di rischio si distingue la mononucleosi, che si stima abbia un ruolo chiave nella determinazione di circa un terzo dei casi totali.
I linfomi non Hodgkin si sviluppano in particolare in età media avanzata e tra le cause possono avere l’esposizione ad agenti infettivi – come ad esempio mononucleosi e HIV – a sostanze tossiche oppure essere associati a patologie autoimmuni.
Quali sono i sintomi dei linfomi?
Il linfoma nella sua fase iniziale è spesso asintomatico, ma suoi sintomi specifici possono essere l’ingrossamento non doloroso dei linfonodi di collo, ascelle o inguine, accompagnati eventualmente da altri “segnali” come febbre, sudorazione notturna e perdita di peso.
Come possono essere individuati i linfomi?
I linfomi possono essere diagnosticati attraverso lo svolgimento di una visita specialistica ematologica che prevede:
- la visione di eventuali esami ematici eseguiti in precedenza, al fine di verificare se vi siano delle anomalie importanti da approfondire ulteriormente
- l’esame clinico del paziente, per verificare la presenza di linfonodi ingrossati, splenomegalia.
Nel caso in cui si pervenga a una diagnosi di linfoma, il paziente viene sottoposto a esami strumentali come la TAC con contrasto, la PET e, se necessario, la risonanza magnetica, utili a verificare quale sia l’estensione della malattia.
Come si possono curare i linfomi?
La terapia per i linfomi è strettamente medica. A fianco della chemioterapia – ma in alcuni casi anche in sostituzione ad essa – possono essere oggi applicate cure innovative che si avvalgono dell’utilizzo di nuovi farmaci biologici e specifici, come gli anticorpi monoclonali bispecifici.
Area medica di riferimento per i linfomi
In Humanitas Gavazzeni di Bergamo, l’Unità di Emato-oncologia posta all’interno dell’Unità Operativa di Oncologia Medica, è in grado di effettuare in tempi brevi una diagnosi e una caratterizzazione del tipo di linfoma, proponendo quindi il percorso di cura più adeguato.