Che cos’è l’occlusione delle arterie coronariche?
L’occlusione (stenosi) delle arterie coronariche si sviluppa quando le arterie coronariche – cioè i vasi sanguigni che conducono al cuore il sangue, l’ossigeno e le sostanze per lui nutritizie – si danneggiano a causa di placche che si formano al loro interno a causa dell’accumularsi del colesterolo.
Queste placche restringono lo spazio in cui scorre il sangue riducendone la quantità che arriva al cuore. La diminuzione del flusso sanguigno causa un insufficiente nutrimento del muscolo cardiaco in condizioni di aumentata domanda (ad esempio uno sforzo fisico) causando il tipico dolore al petto (angina pectoris) che si verifica quando la richiesta di sangue da parte del miocardio (il tessuto muscolare del cuore) è superiore all’offerta data dai vasi coronarici stenotici. Una situazione reversibile che può peggiorarsi quando si ha una chiusura completa di una o più arterie coronariche, sfociando nell’attacco di cuore o infarto cardiaco (infarto miocardico).
Quali sono i sintomi dell’occlusione delle arterie coronariche?
L’occlusione delle arterie coronariche si sviluppa spesso nel corso di decenni, per questo può passare inosservata fino al momento in cui sopravvengono sintomi tipici, come l’angina o la mancanza di fiato (la dispnea). Per questo occorre prevenirla con stili di vita sani e un’alimentazione attenta e corretta.
Si sospetta l’esistenza di una malattia coronarica quando in capo a una persona si presentano sintomi associati a fattori di rischio, soprattutto quando si è in presenza di una storia famigliare di malattia coronarica.
I fattori di rischio da tenere in considerazione sono vari e vanno dall’alto livello di colesterolo nel sangue alla presenza di diabete, dall’obesità al sesso maschile, dall’ipertensione arteriosa al fumo di sigarette.
Come può essere individuata l’occlusione delle arterie coronariche?
L’occlusione delle arterie può essere scoperta attraverso l’esame non invasivo della prova da sforzo (test ergometrico), che viene effettuata al cicloergometro, con monitoraggio con elettrocardiogramma o ecocardiogramma.
Nel caso in cui questo test risulti positivo o comunque non sia in grado di fornire una risposta certa, la verifica o la ricerca di ostruzioni coronariche viene effettuata attraverso la coronarografia, esame nel corso del quale un piccolo catetere viene inserito in un’arteria – partendo da un braccio o dall’inguine – e spinto fin verso il cuore. Attraverso l’iniezione di un liquido di contrasto nelle arterie coronariche è possibile individuare le eventuali ostruzioni. La coronarografia consente di identificare con precisione le regioni coronariche coinvolte e il grado di stenosi presente.
Come si può curare l’occlusione delle arterie coronariche?
Quando un’occlusione delle arterie coronarcihe viene accertata, ci sono numerose opzioni di trattamento, che includono la terapia medica, l’angioplastica e la chirurgia.
Il bypass coronarico rappresenta il più comune intervento di cardiochirurgia. La buona riuscita dell’intervento porta alla scomparsa del dolore al petto (angina), alla ripresa dell’attività fisica quotidiana e a un’aspettativa di vita migliorata.
Un altro intervento è quello di angioplastica coronarica, che prevede la dilatazione di un piccolissimo palloncino nei punti in cui la coronaria presenta delle placche, dove in precedenza sono stati posizionati dei piccoli supporti metallici (stent).
I due interventi – bypass coronarico e angioplastica coronarica – non sono alternativi tra loro, ma trovano applicazione a seconda della patologia coronarica su cui è necessario intervenire.
Area medica per l’occlusione delle arterie coronariche
Per avere maggiori informazioni sull‘occlusione delle arterie coronariche, rivolgersi al Centro Cardio di Humanitas Gavazzeni Bergamo.