Non hanno vinto ma l’importante, per davvero, è partecipare. Alessandra Fadini, Anna Bano e Nicoleta Munteanu, infermiere del Centro dialisi di Humanitas Gavazzeni, avevano realizzato due poster che rappresentano la sintesi del lavoro che l’equipe infermieristica porta avanti nel reparto dell’ospedale, e con questi lavori hanno partecipato a un concorso indetto dall’Associazione Europea degli Infermieri di Dialisi e Trapianto/Associazione Europea per il Trattamento delle Malattie Renali, l’EDTNA/ERCA, in occasione del XXXII Congresso nazionale svoltosi a San Benedetto del Tronto dall’8 al 10 maggio scorso. La Giuria ha scelto di premiare un lavoro interattivo del centro dialisi di San Benedetto del Tronto.
«Peccato, ma la soddisfazione di aver partecipato c’è tutta – dicono Alessandra Fadini, Anna Bano e Nicoleta Munteanu che hanno partecipato al Congresso –. I poster sono stati l’occasione per ragionare in termini creativi e comunicativi sul nostro lavoro insieme a tanti colleghi, e siamo state orgogliose di rappresentare al Congresso il nostro reparto e il nostro ospedale. Seguire le relazioni delle giornate del Congresso è stata una vera e propria crescita professionale e ha rafforzato l’impostazione del nostro lavoro d’équipe».
I poster, che durante il Congresso sono stati esposti e apprezzati da molti medici e colleghi, presentano l’area di tecnologia dialitica (di Nicoleta Munteanu) e l’area clinico-relazionale (di Bano Anna) della Dialisi di Humanitas Gavazzeni.
Nicoleta Munteanu ha utilizzato i dati indicativi della depurazione dialitica (KT/V) a scopo preventivo, importante strumento per la salvaguardia degli accessi vascolari, traducendoli in un grafico. «Questo sistema – spiega l’autrice – ci ha già permesso di “salvare” delle fistole, che rappresentano per il paziente emodializzato l’accesso vascolare per eccellenza in termini di migliore depurazione, migliore gestione e minori rischi infettivi».
Anna Bano ha invece lavorato sull’attività fisica, vale a dire sull’azione di pedalare durante la dialisi, «per permettere ai pazienti di occupare meglio il tempo della dialisi, generalmente sentita come tempo “rubato” alla loro vita, migliorare lo stato d’animo – spiega l’autrice –, stimolare il movimento, azioni fondamentali per migliorare lo stato di salute generale e, non ultimo, per incrementare la depurazione intradialitica».