“La prostata ci fa un baffo. Consigli per la prevenzione del tumore alla prostata”, è il titolo della conversazione che Emanuele Micheli, Nicola Pesenti e Carmela Lisanti Rocca, urologi di Humanitas Gavazzeni, terranno giovedì 24 novembre dalle 18.30 alle 19.30, a Bergamo, a Palazzo Zanchi in via Tasso 49 C. L’ingresso è libero.
L’occasione è la campagna mondiale della Movember Foundation, onlus impegnata nella ricerca contro il cancro alla prostata e per la prevenzione della salute maschile, in corso per tutto il mese di novembre, e che a Bergamo trova casa nelle iniziative organizzate da 255 Raw Gallery, Humanitas Gavazzeni e Rugby Bergamo e ha nei baffi il suo simbolo.
«Il tumore alla prostata è tra i più diffusi tra gli uomini, con un rischio che è strettamente legato all’età: è raro negli uomini sotto i 45 anni, ma diventa più frequente con l’aumentare degli anni. L’età media dei pazienti al momento della diagnosi è di 70 anni – dice Emanuele Micheli, responsabile dell’Unità operativa di Urologia di Humanitas Gavazzeni –. Attenzione però alla familiarità: gli uomini che hanno un familiare di primo grado che ha avuto questo tipo di tumore, hanno il doppio del rischio di svilupparlo rispetto a chi non ha avuto malati in famiglia. Il tumore alla prostata cresce, in genere, lentamente e non si diffonde al di fuori della ghiandola. Esistono però forme più aggressive, caratterizzate da cellule malate che invadono rapidamente i tessuti circostanti e si diffondono anche ad altri organi».
«Nella maggioranza dei casi, la diagnosi di tumore della prostata si affida agli esami di screening, spesso inseriti in una visita medica urologica, soprattutto negli uomini dopo i 50 anni di età, e l’esame del PSA – aggiungono i dottori Nicola Pesenti e Carmela Lisanti Rocca –. Il PSA non è un marcatore tumorale specifico, pertanto livelli elevati di PSA o livelli crescenti nel tempo possono indicare una prostatite, un’ipertrofia prostatica o un tumore alla prostata».