Il diabete colpisce, nella provincia di Bergamo, circa 65 mila persone. Tra le diverse forme di diabete, quella più frequente è di ‘tipo 2’ diffusa tra gli adulti, spesso in sovrappeso e che possono trarre beneficio dal cambiamento degli stili di vita e dall’assunzione di determinati farmaci. Il diabete di tipo 1, invece, è molto meno diffuso e il suo trattamento richiede l’uso dell’insulina.
“Non dobbiamo dimenticare anche il diabete gestazionale, che può comparire durante la gravidanza e che deve essere tenuto sotto controllo periodico, anche dopo il parto”, commenta il dottor Antonio Carlo Bossi, responsabile della Diabetologia di Humanitas Gavazzeni, con cui abbiamo approfondito, alla soglia della bella stagione, l’importanza di corretti stili di vita per gestire al meglio la patologia diabetica: dalle scelte alimentari fino, in particolare, al movimento fisico.
Dottor Bossi, cosa deve e non deve esserci sulla tavola di una persona affetta da diabete?
“Sono da evitare gli alimenti ricchi di zuccheri semplici e il cosiddetto ‘cibo spazzatura’, così come i superalcolici che contribuiscono ad alterare gli equilibri metabolici. La scelta nutrizionale ideale è quella composta da pasti con carboidrati meglio se integrali, proteine, pochi grassi e tanta fibra per rallentare l’assorbimento dei cibi”.
Un aiuto importante viene dall’attività fisica
“Sì, il movimento costante e regolare, vale a dire circa 10mila passi al giorno, è ottimale. L’ideale sarebbe riservare 150 minuti di attività aerobica alla settimana, da svolgere in autonomia o in centri professionali”.
È un valido aiuto anche per quella che viene definita ‘sindrome metabolica’. In cosa consiste?
“Si tratta di una condizione clinica che colpisce circa la metà delle persone oltre i 50 anni e la sua incidenza è in continua crescita. Per sindrome metabolica si intende l’associazione di più fattori come sovrappeso (con accumulo di grasso addominale), ipertensione arteriosa, basso valore di colesterolo HDL e iperglicemia, che espone al rischio di sviluppare patologie cardiocircolatorie e diabete. In sintesi, è il risultato di complesse interazioni tra fattori genetici, ambientali e comportamentali, ma principalmente lo sviluppo della sindrome è dovuto ad uno scorretto stile di vita fatto di abitudini alimentari sbagliate e sedentarietà”.
Perché la sedentarietà deve essere evitata il più possibile?
“Perché l’attività fisica stimola il metabolismo con lo sviluppo della massa muscolare e aiuta a ridurre il grasso corporeo, prevenendo o intervenendo sul sovrappeso che è parte di quell’ ‘associazione di più fattori’ che causa la sindrome metabolica. Al di là di eventuali terapie farmacologiche a volte necessarie, la sinergia tra alimentazione ed esercizio fisico è quindi molto importante. Il consiglio è combinare attività aerobica e muscolare, ad intensità moderata, almeno tre volte alla settimana”.