Humanitas Gavazzeni è tra i firmatari dell’articolo scientifico Robotic Cardiac Surgery: Status 2020 in Europe pubblicato dalla prestigiosa rivista scientifica Frontiers of Cardiovascular Medicine.
L’ospedale bergamasco, infatti, è tra i 26 centri europei con un programma di cardiochirurgia robotica citati nella pubblicazione scientifica. L’articolo traccia lo stato dell’arte degli ultimi anni (dal 2016 ad oggi) di attività nella cardiochirurgia robotica e analizza i benefici del percorso di cura per i pazienti.
Due sono i centri in Italia in cui è attiva la Cardiochirurgia robotica ed è stata Humanitas Gavazzeni di Bergamo ad aprire la strada a questo innovativo programma di cura in Italia.
Risale, infatti, al 2019 l’inizio nell’ospedale bergamasco del programma di cardio-robotica al fianco della cardiochirurgia tradizionale, della cardiochirurgia mininvasiva e cardiologia interventistica, grazie al dottor Alfonso Agnino, cardiochirurgo specializzato da oltre 10 anni nell’uso di tecniche mininvasive video-assistite, e al suo team robotico.
“La citazione e firma nell’articolo scientifico è, ora, un ulteriore riconoscimento a livello internazionale del nostro lavoro e del nostro ruolo della medicina del futuro – dichiara il dottor Agnino – Siamo, ad oggi, a circa un centinaio di interventi di cardiochirurgia robotica e si tratta di un’innovazione e un programma di cura che abbiamo portato avanti nonostante il grande impegno per far fronte alla pandemia”.
Come riporta l’articolo scientifico, secondo i dati forniti dai centri firmatari, sono state eseguite 2.563 procedure con il programma di cardiochirurgia robotica dal 2014 al 2019 nei centri europei. Segno che la cardiochirurgia robotica in Europa sta crescendo rapidamente con esiti clinici favorevoli e procedure minimamente invasive ad alta tecnologia.
In questa evoluzione tecnologica in campo cardiochirurgico Bergamo ha un ruolo preponderante.
L’utilizzo del robot da Vinci X in Humanitas Gavazzeni ha, inizialmente, permesso di risolvere le patologie della valvola mitrale, della valvola tricuspide e difetti congeniti come il difetto interatriale (DIA). Ora, a distanza di quasi tre anni, la cardiochirurgia robotica viene in aiuto anche per la cura delle coronarie, le arterie che portano sangue ossigenato al cuore, mantenendo il suo funzionamento e quindi il benessere dell’intero organismo.
Fondamentale per l’utilizzo del robot in Cardiochirurgia è la preparazione dell’intera squadra di professionisti della sala operatoria perché, come sottolineato dal dottor Agnino, l’utilizzo del robot Da Vinci in cardiochirurgia richiede il “coinvolgimento di una squadra dotata di specifiche capacità tecniche, una squadra che oltre al cardiochirurgo, prevede la presenza di anestesisti, perfusionisti, infermieri e operatori socio sanitari adeguatamente formati”.
Il robot Da Vinci è una macchina super tecnologica che permette di intervenire a livello del cuore in modo preciso ed efficace oltre che “soft”, dal momento che l’estrema accuratezza della mano robotica consente di ridurre al minimo il trauma dei tessuti. Questo si traduce in un’importante diminuzione del dolore, un ridotto rischio di sanguinamento, un quasi totale abbattimento dei rischi infettivi, un indubbio vantaggio estetico e un rapido ritorno a una vita normale senza necessità di riabilitazione.