Chi svolge regolare attività fisica ma anche chi fa sport in modo non intenso, guarito dal Covid può accusare ancora a lungo una forma di stanchezza. Questa spossatezza anche manifestarsi pure nelle forme lievi di infezione tipiche della variante Omicron.
Come e quando, quindi, si può tornare in palestra, correre nel parco e andare in bicicletta se si è contratta l’infezione?
Ne parliamo con il dottor Alberto Cremonesi, responsabile del dipartimento cardiovascolare di Humanitas Gavazzeni.
«La ripresa deve essere estremamente graduale, il più progressiva possibile, ripartendo dai livelli minimi e prospettando un recupero definitivo nel giro di due, tre mesi», commenta il dottor Cremonesi.
«Non dobbiamo dimenticare che tutte le infezioni virali, comprese il Covid, comportano, anche se guariti, una fase di
affaticamento cronico, difficoltà a riprendere la funzione respiratoria, anche quando si fanno sforzi fisici minori. Per questo accanto ad una valutazione funzionale che deve escludere patologie cardiache residue dopo il Covid, chiediamo che tutti i programmi di allenamento siano progressivi, il più continui possibili e che escludano ogni ansia da prestazione almeno per i primi mesi».
Il dottore Cremonesi sottolinea che «se l’attività fisica può essere un elemento di riabilitazione fondamentale per la ripresa del buono stato di salute, dovrebbe essere intrapresa solo dopo una valutazione cardiologica che non comprende solo la visita e l’elettrocardiogramma, ma anche un ecocardiogramma e una prova da sforzo. Quindi insistiamo su un piccolo accertamento in più per chi ha avuto il Covid: una maggiore attenzione nella valutazione funzionale se queste persone hanno intenzione di rimettere nella propria vita un po’ di attività fisica ad alto impegno cardiorespiratorio»
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Testo tratto dall’articolo pubblicato dalla testata Starbene.it nell’aprile 2022 dal titolo “Covid: che cos’è la nebbia cognitiva, riprendere lo sport dopo l’infezione, quanto resiste Omicron”