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Ematoncologia, da qui passa la cura dei tumori che colpiscono il sangue

Il Servizio di Ematoncologia di Humanitas Gavazzeni a Bergamo svolge la sua attività nell’ambito dell’Unità Operativa di Oncologia Medica alla pari di altri servizi, come quelli di oncologia toracica, oncologia senologica, oncologia gastrointestinale, melanoma e immunoterapia cui si affianca il gruppo dedicato al trattamento dei tumori rari.

Ne parliamo con il suo responsabile, dottor Daniele Laszlo.

Di che cosa si occupa il Servizio di Ematoncologia?

«Le patologie che fanno capo all’ematoncologia sono i tumori che colpiscono nello specifico il sangue, tra queste le principali sono i linfomi, i mielomi, le mielodisplasie e le leucemie acute e croniche. Il nostro Servizio prima di tutto fornisce la possibilità di sottoporsi a una prima visita ambulatoriale, per cui il paziente può accedere a spazi appositamente predisposti per ricevere un primo inquadramento diagnostico. A seguito della prima visita, nel caso in cui la diagnosi richieda ulteriori approfondimenti, il paziente sempre restando in Humanitas Gavazzeni, può essere sottoposto ad accertamenti diagnostici come la biopsia linfonodale o la biopsia osteomidollare. A seguito della diagnosi, al paziente può essere poi assegnato un programma di terapia specifica per la sua patologia, da svolgersi all’interno del day hospital oncologico o, quando necessario, con un vero e proprio ricovero ospedaliero».

In che cosa consiste la visita ematoncologica, come si svolge?

«È una visita che viene eseguita a livello ambulatoriale. In genere il paziente porta con sé i risultati degli esami del sangue già eseguiti, così che lo specialista possa visionarli e verificare se vi siano anomalie importanti, che meritano approfondimenti. A seguire il medico procede con un esame clinico del paziente in relazione al quesito diagnostico specifico avanzato dal medico inviante».

Per la visita sono previste preparazioni? Ci sono controindicazioni? È fastidiosa?

«No. Si tratta di una semplice visita medica, del tutto simile a quella che viene effettuata dal medico curante che ti fa accomodare su un lettino, valutando l’eventuale presenza di adenopatie o di epatosplenomegalia. Nel caso si pervenga a una diagnosi che certifichi la presenza di una delle patologie di cui abbiamo parlato, soprattutto quando si tratta di linfoma, si procede con un inquadramento del paziente che generalmente prevede l’esecuzione di una TAC con contrasto, una PET o, se necessario, una risonanza magnetica, tutti esami utili a capire quale sia l’estensione della malattia. Nel caso di alcune sindromi mieloproliferative o linfoproliferative croniche che si caratterizzano per specifiche alterazioni citogenetiche/molecolari, possiamo inoltre eseguire un prelievo di sangue periferico e, se necessario, programmare per il paziente una biopsia osteomidollare».

Come possono essere curate le patologie di natura ematologica?

«La loro terapia è di tipo strettamente medico, con l’utilizzo di farmaci target che si affiancano alla chemioterapia standard. L’ematologia è una branca da sempre innovativa per quanto riguarda l’utilizzo di farmaci biologici specifici, che rappresentano un valido supporto alla chemioterapia o che, addirittura, in alcuni casi possono essere un’alternativa a questa. In alcune forme di malattie ematologiche anche la radioterapia rappresenta un trattamento utile».

Si può ricorrere anche a una soluzione chirurgica?

«No, la chirurgia nell’ambito dell’ematologia ha un’indicazione pressoché esclusiva a scopo diagnostico. Un esempio tipico è la presenza di linfonodi patologici profondi, non accessibili per l’esecuzione di un’agobiopsia, per cui è necessario un intervento del chirurgo per raggiungerli e permettere quindi l’analisi completa che verrà svolta dall’anatomopatologo».

Qual è il percorso del paziente che si rivolge al vostro Servizio?

«Il paziente può essere indirizzato presso il nostro ambulatorio direttamente tramite il medico di base oppure attraverso consulenze specialistiche ricevute all’interno dell’ospedale, in particolar modo dagli specialisti di Medicina, Cardiologia, Cardiochirurgia, Terapia intensiva o Chirurgia per problematiche ematoncologiche. In tempi rapidi può quindi essere eseguito un inquadramento diagnostico, effettuata una stadiazione di malattia e iniziato un trattamento specifico con l’impiego di tutti i farmaci attualmente a disposizione per il trattamento delle patologie ematoncologiche».