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Emergenza Covid-19 e Fase 2: le informazioni utili sull’uso della mascherina, sul rispetto delle distanze e sul controllo dei sintomi

A partire da lunedì 4 maggio siamo entrati nella Fase 2 di convivenza con il Covid-19, virus che in parte ha diminuito la sua aggressività ma non è certo ancora stato debellato. Convivere con il virus significa osservare in maniera ferrea le regole anti contagio fino alla sua completa scomparsa, che potrà avvenire solo quando verrà messo a punto il vaccino.

Le regole da rispettare riguardano soprattutto l’uso della mascherina, il rispetto delle distanze e il controllo dei sintomi.

Ne parliamo con il dottor Amidio Testa, responsabile dell’Unità Operativa di Medicina di Humanitas Gavazzeni Bergamo, impegnato dallo scorso 21 febbraio in prima linea nell’emergenza anti Covid-19.

Dottor Testa, quando e come dobbiamo utilizzare le mascherine?

«La mascherina chirurgica deve essere indossata ogni volta che si esce di casa e si effettua uno spostamento, indipendentemente dal motivo per cui lo si fa. Ma deve essere indossata anche all’interno della casa quando c’è qualcuno con sintomi influenzali: in questo caso la devono indossare sia il malato sia i famigliari che convivono con lui. È importante che la mascherina sia indossata correttamente, così che copra la bocca e anche il naso. Per farla aderire in modo efficace al viso bisogna agire sul ferretto superiore, che consente di sagomarla su naso e zigomi. È importante ricordare, inoltre, che l’uso di una singola mascherina non è eterno: bisogna evitare di toccarla in continuazione e bisogna gettarla quando è inumidita».

Per quanto riguarda il rispetto delle distanze, deve essere adottato solo nei luoghi aperti al pubblico?

«No, il metro minimo di distanza deve essere adottato anche in famiglia. Anche in casa, e ancor più con i famigliari anziani, in questo momento è bene dimostrare l’affetto senza abbracci e senza baci, evitando ogni forma di assembramento».

Come possiamo affrontare l’affaticamento generato dalla sensibile diminuzione delle attività quotidiane?

«Le lunghe giornate trascorse in casa hanno di sicuro infiacchito le persone, per cui può capitare di avvertire affaticamento anche solo nel fare la rampa delle scale quando si portano i sacchetti dei rifiuti in cortile. Chi era abituato a correre può riprendere l’attività senza chiedere troppo al proprio fisico. Meglio procedere per gradi con corse leggere, così da non stressare muscoli e apparato scheletrico, organi e sistema immunitario. Chi non è abituato a correre, invece, può ricominciare con piccoli spostamenti con camminata veloce come fare il giro dell’isolato o passeggiare nel parco più vicino a casa, naturalmente sempre a debita distanza dalle altre persone».

Come si distingue l’affaticamento causato da “sedentarietà” dalle difficoltà respiratorie proprie del Covid?

«In effetti l’affaticamento è uno dei sintomi dell’infezione da Covid. Per capire se la difficoltà nel respirare è dovuta al virus si può eseguire un semplice test da sforzo utilizzando un saturimetro, strumento acquistabile in farmacia che misura la saturazione di ossigeno dell’emoglobina presente nel sangue arterioso periferico. È necessario effettuare una prima misurazione a riposo – che per essere normale deve avere valori di saturazione di ossigeno superiori al 95% – e una seconda dopo avere percorso almeno 50 metri camminando a un’andatura sostenuta. Se il dato della saturazione scende di 2 o 3 punti percentuali è consigliato rivolgersi al proprio medico di base».

Dal punto di vista dei sintomi, quali segnali non dovremo sottovalutare in questa Fase 2?

«I sintomi del Covid-19 sono febbre, tosse, mal di gola e raffreddore, accompagnati a dolori articolari, diarrea ingiustificata e disturbi del gusto e dell’olfatto. Tra questi bisogna aggiungere anche la congiuntivite, che deve però essere ben distinta da quella che potrebbe essere provocata dalle allergie – visto che siamo in primavera, la stagione in cui si scatenano con più vigoria –, tenendo conto che queste ultime si distinguono dalla prima perché prevedono la contestuale presenza di forte lacrimazione e di raffreddore con secrezioni acquose. Un’altra discriminante dovrebbe essere la presenza di febbre, che è assente nelle manifestazioni allergiche, anche se devo dire che in queste settimane abbiamo incontrato anche molti casi di Covid-19 con problemi respiratori senza che vi fosse febbre».

Che cosa dobbiamo fare quando sospettiamo di avere sintomi da contagio?

«La prima cosa da fare è mettersi in isolamento domiciliare, evitando di avere contatti anche con i propri parenti conviventi, e avvisare il medico di base. In casi di febbre e mal di gola si potrà ricorrere al paracetamolo, senza superare i 3mila milligrammi al giorno. Una misura che sarà indicata, se necessario, dal medico di base, con cui sarà necessario confrontarsi con costanza per permettergli di monitorare l’andamento delle manifestazioni sintomatiche».