Piedi e gambe gonfie e pesanti, crampi notturni. Sono, questi, gli effetti negativi del caldo per chi è affetto da insufficienza venosa cronica, più o meno rilevante. Disturbi che possono essere controllati innanzitutto seguendo alcuni semplici regole: evitare la sedentarietà, mangiare in modo sano, bere molto (1 litro e mezzo o 2 al giorno di acqua).
«L’errore che compie la maggior parte delle persone che soffre di pesantezza e gonfiore degli arti inferiori – spiega il dottor Marco Setti, responsabile di Chirurgia vascolare di Humanitas Gavazzeni – è ridurre l’apporto di liquidi. Bisogna bere quindi, ma anche assumere, su indicazione medica, farmaci flebotonici che aiutano a migliorare la circolazione venosa, sfruttando i principi attivi dei bioflavonoidi, della vite rossa e della centella asiatica. Si può poi ricorrere, seppur con minor efficacia, a creme che contengono flebotonici ed eparinoidi per ridurre il “calore” che si manifesta soprattutto ai polpacci».
Sole, sì all’esposizione, ma con moderazione
Sul fronte sole, sì all’esposizione ma con moderazione e invece divieto se sono in atto infiammazioni di tipo flebitico. Al mare il consiglio è di camminare in acqua o nuotare, essendo attività che producono una sorta di “idromassaggio” naturale e salutare.
Per quanto riguarda invece le gambe e i viaggi lunghi (in aereo, auto o treno), dove i nostri arti sono costretti a spazi ridotti o posizioni rannicchiate, sarebbe opportuno indossare per la durata del viaggio calze elastiche riposanti (70 denari) che possono essere di aiuto per la circolazione venosa; per chi invece ha familiarità di episodi trombo flebitici, meglio chiedere consiglio allo specialista che potrà, se è il caso, suggerire di intervenire chirurgicamente con tecniche poco invasive.
Contro le vene varicose c’è la termoablazione
La chirurgia vascolare infatti oggi interviene attraverso tecniche endovascolari poco invasive come la termoablazione. Questa procedura, praticata dal 2006 in Humanitas Gavazzeni, consiste nell’utilizzo di sonde laser e radiofrequenza per eliminare quelle varicosità che non possono essere curate con i farmaci. In molti casi, dal 70 all’80%, la termoablazione sostituisce il tradizionale “stripping”, vale a dire l’asportazione chirurgica della safena. L’intervento di termoablazione viene effettuato in day surgery e permette al paziente una pronta ripresa. Nella settimana successiva all’intervento il paziente dovrà aver cura di indossare una calza elastica per favorire la guarigione.