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Festa della donna, attenzione all’allergia da mimosa

Era l’8 marzo 1946 quando apparve per la prima volta la mimosa. L’idea di rendere simbolico questo fiore in Italia venne proposta da tre membri dell’Unione Donne Italiane: alla fine della Seconda guerra mondiale, la mimosa era ormai uno dei pochi fiori che fiorivano in quel periodo e alla portata delle tasche di tutti e tutte.

Un rametto che rappresentava la vicinanza tra le donne, la solidarietà tra chi lavorava e lottava insieme per ottenere diritti allora poco riconosciuti. In tanti vedevano anche un significato molto simbolico nella scelta di questa pianta: i suoi fiori, infatti, sono composti da tanti pallini, numerose singolarità che compongono un collettivo e un’unica forza.

Una storia, una giornata e, anche, un fiore importante. Non per tutte e tutti, però, si tratta di una pianta piacevole al profumo. Quel suo caratteristico aroma forte e dolciastro può, infatti, creare allergia e fastidi ai condotti nasali e lacrimali.

Ne parliamo con gli specialisti dell’Ambulatorio di Allergologia di Humanitas Gavazzeni di Bergamo.

È attestata un’allergia al fiore di mimosa?

«Sì, anche se la sensibilizzazione al polline di mimosa è rara nella maggior parte della popolazione ed è prevalentemente a carico di quei soggetti che, per vari motivi, subiscono un’intensa e prolungata esposizione a questo polline, come i florovivaisti e i fiorai. Per quanto sia rara, il polline di mimosa può comunque dimostrare una particolare aggressività allergenica. Questo è dovuto all’impollinazione entomofila di questa pianta e della pesantezza dei granuli pollinici che sono trasportati dal vento: questo costituisce una causa potenzialmente allergizzante nelle immediate vicinanze, quello che in passato veniva definita come pollinosi da “vicinato”».

Quali sono i sintomi che possono manifestarsi?

«Quelli classici da allergia a pollini che colpiscono il naso, gli occhi, i bronchi e la cute. Starnuti diffusi, la sensazione di “‘”naso che cola”’”, prurito nasale e oculare, lacrimazione, difficoltà respiratoria, tosse, e prurito cutaneo».

Come risolvere un “attacco” di allergia che può manifestarsi a contatto con la mimosa?

«Con antistaminici, steroidi e broncodilatatori».

Quando è necessario rivolgersi allo specialista?

«Essendo una pollinosi da “vicinato” il paziente generalmente intuisce che i sintomi insorgono quando, nel periodo in cui le piante di mimose presentano le fluorescenze, si trovano nelle loro vicinanze. Generalmente si tratta di pazienti già allergici a altri pollini e che generalmente vengono a contatto direttamente e/o direttamente per tanto tempo con queste piante. Pertanto quando si hanno i caratteristici sintomi è meglio rivolgersi allo specialista per procedere alla diagnosi e quindi alla terapia più appropriata».

Ci sono dei test a cui sottoporsi per scoprire se si è allergici a questo fiore o altri tipi di pollini?

«Sì. Oltre a una attenta anamnesi dello specialista allergologo che è indispensabile e fondamentale per l’indirizzamento diagnostico, ci sono i Prick test (test cutanei a lettura immediata) e il dosaggio delle IgE specifiche (specifici anticorpi)».

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